Sono due le ipotesi in campo: l’impeachement e il 25esimo emendamento. Ieri sera la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dei democratici al Senato Chuck Schumer hanno chiesto direttamente al vicepresidente Mike Pence di attivare il 25esimo emendamento della Costituzione: si tratta di una procedura che permette al vicepresidente in carica e alla maggioranza dei membri di rimuovere il presidente dal suo incarico. E’ una procedura che si può attivare se, per qualche motivo, il presidente attuale non è più in grado di ricoprire la propria carica: in quel caso subentrerebbe il vicepresidente. La volontà di Pelosi è di agire immediatamente, perché “ogni giorno potrebbe essere uno spettacolo horror per l’America“. In base alla procedura del 25esimo emendamento, è possibile sostituire il presidente con il vicepresidente (e grazie al supporto della maggioranza), ma il presidente può opporsi alla procedura. In quel caso il vicepresidente ha quattro giorni per confermare o ritirare la sua decisione. In caso di conferma, la palla passa a Camera e Senato e l’ipotesi viene votata dalle camere entro 21 giorni. La conferma definitiva arriva solo se si ottiene una maggioranza di due terzi in entrambe le camere. Qualora il vicepresidente Pence dovesse opporsi al 25esimo emendamento, Pelosi e democratici hanno già fatto sapere di voler ricorrere alla seconda opzione: la procedura di impeachement.
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Secondo la procedura dell’impeachement, la Camera dovrebbe votare a maggioranza per incriminare Trump. Le accuse formulate contro il presidente in carica possono essere di tre tipi: tradimento, corruzione o altri gravi crimini e misfatti. A quel punto spetta al Senato tenere un breve processo sulle accuse. La condanna arriva solo in presenza di due terzi dei voti dei senatori. La procedura – come ricordato dal Post – richiederebbe una grande adesione da parte dei senatori repubblicani, visti i numeri presenti in Senato. Il problema è che molti senatori repubblicani potrebbero opporsi a una presa di posizione di questo tipo, anche perché molti esponenti repubblicani già contrari alle posizioni di Trump stanno dando le dimissioni proprio in questi giorni. Inoltre, in ballo c’è anche il futuro del partito Repubblicano: una mossa del genere sarebbe una presa di distanza netta, e il partito dovrebbe abbandonare il suo influente leader. Con pretese dittatoriali.