Le mosse del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per uscire dalla crisi di governo innescata da Matteo Renzi, leader di Italia viva.
Ricucire i rapporti all’interno della maggioranza e salvare il governo dalla crisi. Sono queste le intenzioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che dall’inizio del nuovo anno sta impiegando le sue energie per provare a sciogliere i nodi che creano scompiglio nell’esecutivo. A partire dal Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, e dal Recovery Fund, punto debole dell’intesa con Matteo Renzi, leader di Italia viva. Ma cosa sta facendo il premier a livello pratico?
Innanzitutto il numero uno di Palazzo Chigi ha fatto un passo indietro sulla gestione dei fondi del Recovery Fund. A partire dalla task force inizialmente proposta e categoricamente rifiutata da Iv: la governance dei 6 supermanager dotati di poteri sostitutivi con alle dipendenze un centinaio di consulenti è scomparsa. In secondo luogo Conte si sta mostrando disponibile a modificare la bozza del Piano Italia, con l’idea di raddoppiare i fondi di 9 miliardi stabiliti originariamente per la sanità. Infine pare che il premier stia cedendo anche sulle delega ai servizi segreti, che i renziani chiedevano venisse affidata a qualcuno che non fosse Conte.
Per ristabilire un equilibrio nell’esecutivo, Conte ha anche intenzione di convocare un vertice di maggioranza. L’incontro tra i leader potrebbe rivelarsi fondamentale nel raggiungimento di un accordo tra le parti, mettendo la parola fine alla crisi innescata da Renzi. In questo caso le opzioni sono due: l’ex sindaco di Firenze potrebbe accettare le nuove proposte del premier, lasciando che il governo continui a guidare il Paese. Oppure potrebbe rifiutare, e a quel punto i giallorossi cadrebbero, portando probabilmente l’Italia a un voto anticipato. Eventualità quest’ultima che al momento nessuno sembra volere, a parte l’opposizione.
Una volta raggiunta la certezza, con il vertice di maggioranza, che le ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti non si dimetteranno, il premier convocherà il Consiglio dei ministri (Cdm) sul Recovery Fund. A quel punto tutto dovrebbe filare liscio, con l’approvazione del Piano Italia pronto per essere inviato a Bruxelles. Ma la strada sembra ancora lunga.
Una delle aperture di Conte nei confronti di Renzi, nelle ultime settimane, è stata quella di mettere in conto la possibilità di un rimpasto di governo. Purché il premier resti l’avvocato. Stando a quanto emerso finora, una delle sostituzioni potrebbe riguardare il Ministero della Difesa, che potrebbe essere “ceduto” al renziano Ettore Rosato. In questo modo Lorenzo Guerini – in quota Pd – andrebbe a occupare il Viminale, obbligando l’attuale ministra Luciana Lamorgese ad abbandonare il Ministero dell’Interno. Sull’ipotesi rimpasto Conte aveva già espresso la sua disponibilità al confronto a metà dicembre 2020, ma ora l’eventualità sembra essere sempre più verosimile.
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La volontà di superare la crisi e trovare soluzioni comuni sono state espresse dal premier Conte anche in un lungo post su Facebook, pubblicato sulla sua pagina ufficiale. Per sconfiggere la crisi economica e sanitaria che il coronavirus ha provocato in Italia, è scritto sul social media, “occorrono piena dedizione, lucida determinazione, intelligente lungimiranza. Una premessa imprescindibile è rafforzare la coesione della maggioranza e, quindi, la solidità alla squadra di governo. Se percorreremo questo cammino con senso di responsabilità, avremo la più salda garanzia di andare nella direzione giusta, perseguendo l’interesse generale”.
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E ha aggiunto ancora esplicitamente: “Non è mai venuta e mai verrà meno, da parte mia, l’apertura al confronto e all’ascolto delle forze che sostengono il governo. Ho sempre lavorato per raccogliere tutte le proposte migliorative su ogni tema o provvedimento sin qui adottato e così sarà anche in futuro, perché è questo che ci chiedono i cittadini”.
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