In pericolo di vita, il detenuto tornato in carcere dopo un permesso con 17 ovuli di droga nell’intestino. Uno di questi si sarebbe lacerato, e le sue condizioni al momento sarebbero gravissime. Ricoverato in terapia intensiva.
Era rientrato da poco in carcere, dopo aver scontato il suo permesso, un detenuto della struttura di Bellizzi Irpino (Avellino). Nessuno però avrebbe mai sospettato che l’uomo, all’interno del suo intestino, avesse nascosto 17 ovuli di droga. Uno di questi si è inaspettatamente lacerato, riversando una dose letale nel corpo del suo ospitante. Il detenuto ora rischia la vita nella terapia intensiva di un ospedale napoletano. L’episodio è avvenuto nella giornata di ieri, martedì 5 gennaio, e a darne notizia sono stati Vincenzo Palmieri e Luigi Castaldo, segretari dell’Osapp.
Come spiegato dai sindacalisti Vincenzo Palmieri e Luigi Castaldo, “la Polizia Penitenziaria, insieme con il ritrovamento dei 100 grammi di hashish ieri nel carcere di Avellino, ha sventato una sorta di ‘droga party della Befana‘, dimostrando, ancora una volta, elevate capacità professionali, malgrado le forti criticità e difficoltà operative”. A questo, dunque, sarebbero servite le dosi di droga trasportate dal carcerato rientrato da poco presso la struttura penitenziaria.
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Dopo aver preoccupazione per quanto riguarda le condizioni di salute del detenuto, i due sindacalisti hanno comunque sottolineato che si tratta di episodi relativamente comuni. “Purtroppo, nonostante i benefici previsti e concessi per legge dai magistrati di sorveglianza di turno, molti detenuti non hanno remore a perpetrare reati, anche rischiando la propria vita. E ciò deve indurci a riflessioni, affinché si possano apportare le dovute modifiche legislative e deterrenti a questi incresciosi fenomeni che destabilizzano l’ordine e la sicurezza dei penitenziari”, hanno spiegato Palmieri e Castaldo. E hanno poi aggiunto, sempre nella loro nota congiunta: “Invitiamo i garanti dei detenuti, dal nazionale ai regionali, ed ora anche ai provinciali, a esprimersi in merito”.
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Sulla faccenda si è poi espresso anche il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, che ha dichiarato: “Il legislatore dovrebbe, col supporto appropriato delle idonee figure istituzionali, adoperarsi con misure preventive e restrittive a contrastare i vari e pericolosi fenomeni criminosi all’interno dei penitenziari, tesi anche a tutelare la vita dei detenuti, con leggi incisive e deterrenti, utili alla salvaguardia dell’interesse collettivo, dei carcerati e, in special modo, dell’immagine del Corpo di Polizia Penitenziaria“.
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