A 5 anni rischia la vita per il Covid, salvata dalle cure sperimentali: la storia di Luisa

Questa è la storia della piccola Luisa, bimba di 5 anni che rischia la vita per un’infiammazione post Covid. A raccontarla è il medico Vincenzo Tipo, che l’ha salvata con le cure sperimentali. Ora lancia un appello a tutti: prudenza, e soprattutto, fiducia nel vaccino.

luisa covid 5 anni - meteoweek
la piccola Luisa, portata in fin di vita dal Covid a 5 anni – via Facebook

“Questo maledetto virus è subdolo e può far male, molto male, adulti e bambini, non guarda in faccia nessuno”. Queste le parole del direttore dell’Unità operativa di pronto soccorso del Santobono di Napoli, il dottor Vincenzo Tipo. Le ha lasciate come monito in un post su Facebook, nel quale ricorda la storia della piccola Luisa (nome di fantasia), una bambina di 5 anni colpita dal Covid-19 circa un mese fa, e che a causa dei gravi effetti della malattia ha rischiato la vita. La piccolina è stata salvata grazie al pronto intervento dei medici, che hanno operato d’urgenza applicando una terapia sperimentale. Una storia a lieto fine, ma che dimostra come non bisogna mai abbassare la guardia in questa logorante pandemia.

Il contagio e la ricaduta da Mis-C

Come ricostruito dal direttore Vincenzo Tipo, Luisa aveva preso il virus circa un mese fa, insieme a tutta la famiglia. Nulla avrebbe mai fatto presagire qualcosa di grave, dato che la bimba è risultata fin da subito asintomatica ed è tornata negativa nel giro di pochi giorni. Dopo circa tre settimane, però, cominciano a comparire i segnali di qualcosa che non va.

Compare febbre altissima, cefalea, congiuntivite e un violento dolore addominale. Viene portata in un ospedale della sua area di residenza. Ed ecco la diagnosi: peritonite. Da qui il trasferimento in sala operatoria”, spiega su Facebook il direttore. Una diagnosi che però non convince: “Un medico illuminato decide di non operare e trasferirla al Santobono. Non è convinto di quella diagnosi, c’è qualcosa che non quadra”, spiega ancora Tipo.

E in effetti, la bambina è affetta da Mis-C, la sindrome infiammatoria multisistemica correlata al Covid. Un quadro clinico complesso, per il quale le terapie convenzionali non sembrano sortire al alcun effetto. “La bimba peggiora – prosegue ancora Tipo – decidiamo di aumentare i dosaggi, modifichiamo le cure, associamo più farmaci. Luisa continua a non rispondere, il suo cuore inizia a dare segni di sofferenza: siamo a un passo dalla rianimazione”.

I medici però non si arrendono, ed è in questo momento così delicato che decidono di ricorrere a una cura nuova, ancora in fase di sperimentazione (cosiddetta off label). Serve chiaramente l’autorizzazione dei genitori, per poter somministrare alla piccolina quei farmaci al di fuori delle condizioni autorizzate dagli enti predisposti. Preoccupata per la sua piccolina, però, accetta e firma i documenti di accettazione – ancora inconsapevole di aver salvato la vita alla piccola Luisa.

Guarita grazie alle terapie sperimentali

Dopo l’arrivo del farmaco sperimentale in reparto, i medici provvedono ad iniettarlo nel corpo della bimba di 5 anni. Le sue condizioni sono critiche, con quella insistente e pericolosa febbre che non vuol passare. Il mattino seguente, però, arriva la resa dei conti contro il Covid: “Siamo tutti lì prestissimo. La collega del turno di notte ci accoglie con un gran sorriso: è sfebbrataaaaa!!!”, racconta vivacemente il direttore Vincenzo Tipo sempre nel suo resoconto affidato a Facebook.

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Ed è così, allora, che inizia “una lenta, lentissima ripresa“. Fino a quando la piccola non può che dirsi completamente guarita, e arriva il momento del rientro a casa. Luisa è salva, e se può finalmente tornare a casa dalla sua famiglia è grazie al pronto intervento dei medici, e del coraggio che la madre ha avuto nell’accettare di sottoporla a una cura ancora in fase di sperimentazione.

Ma la bimba non è l’unica ad essere finita in queste drammatiche condizioni. “Neanche il tempo di mettere a posto i documenti di Luisa – prosegue ancora il direttore – ed ecco che chiama il 118. Si è alzato in volo un elicottero da un’altra regione. Ci stanno portando Francesco, 12 anni, febbre alta, troponina alle stelle, dolori addominali, già positivo al Covid: un’altra Mis-C, affiliamo le armi. Dal Pronto soccorso intanto sta salendo Tonia, 4 anni, stessa storia”.

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Ed è per questo motivo che Vincenzo Tipo sottolinea un messaggio fondamentale, alla fine del suo racconto. Un messaggio che vuole essere un invito alla prudenza per tutti, e alla consapevolezza che con il coronavirus non si scherza – nessuno, nemmeno i più giovani possono permetterselo. “Questo maledetto virus è subdolo e può far male, molto male, adulti e bambini, non guarda in faccia nessuno. L’unica arma per fermarlo è il vaccino“. “Io lo farò per me stesso, per la mia famiglia ma anche per Luisa, Francesco e Tonia”,  conclude infine il medico.

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