Figli nati fuori dalle nozze, dare solo il cognome della mamma: il caso a Consulta

Finisce a Consulta il caso relativo all’assegnazione del cognome della mamma ai figli nati al di fuori delle nozze. La pronuncia sulla preclusione nel Codice Civile è stata programmata per il 13 gennaio 2021.

cognome mamma figli ai fuori nozze - meteoweek
foto di repertorio – cognome mamma figli ai fuori nozze – meteoweek

Una questione delicata, quella che è stata sollevata dal tribunale di Bolzano. Se sia legittimo o meno, precludere ai genitori di assegnare il solo cognome materno ai figli nati fuori dal matrimonio ma riconosciuti, dovrà deciderlo la Corte costituzionale. La Consulta, infatti, è stata chiamata a sciogliere il nodo in una discussione in camera di consiglio programmata per il 13 gennaio prossimo.

La Consulta dovrà infatti pronunciarsi sull’articolo 262, primo comma, del codice civile, che disciplina il cognome del figlio nato fuori dal matrimonio, nella parte in cui non consente ai genitori, di comune accordo, di trasmettere al figlio, al momento della nascita, il solo cognome materno.

La questione solleva la parità dei diritti tra donna e uomo

A riportare l’episodio sono le penne dell’ANSA, che spiegano come secondo il tribunale, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale (la 286 del 2016), sarebbe attualmente consentito ai genitori di trasmettere al figlio (di comune accordo) al momento della nascita, anche il cognome materno, in aggiunta al cognome del padre che effettua il riconoscimento. Tuttavia, a non essere ancora disciplinato è il caso in cui – sempre di comune accorto – i partner intendano attribuire al figlio soltanto il cognome della madre.

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Nasce per questo la richiesta di un un nuovo intervento (ispirato agli stessi principi) sulla questione da parte della Consulta. Sempre secondo quanto viene riferito dalle fonti dell’ANSA, secondo i giudici di Bolzano “l’attuale formulazione dell’articolo del codice civile portato all’esame della Corte sarebbe in contrasto tanto con l’articolo 2 della Costituzione, sotto il profilo della tutela dell’identità personale, quanto con l’articolo 3 della Costituzione, sotto il profilo del riconoscimento dell’eguaglianza tra donna e uomo“.

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In aggiunta, inoltre, è stata rilevata anche la violazione di altri due articoli, ovvero l’11 e il 117 (al primo comma) della Costituzione, “in relazione agli articoli 8 e 14 della Cedu e agli articoli 7 e 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (Cdfue), intesi quali rispetto della vita privata e della vita familiare e divieto di discriminazione”. L’esito della sentenza verrà notificato il 13 gennaio, quando la Consulta sarà chiamata a fornire un responso definitivo alla questione. Se ciò avesse esito positivo, sarebbe un altro passo avanti per la strada che porta all’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna.

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