Famiglia finisce in isolamento per un tampone positivo mai fatto. Un errore ha costretto un’intera famiglia in quarantena
Una famiglia di San Donà di Piave (Venezia), è finita in quarantena per via di un tampone mai eseguito. Per colpa di un caso di omonimia e di una errata trascrizione del codice fiscale di un altro paziente, la famiglia deve andare in giro con una diffida scritta da un legale per non incorrere in multe, in caso di controlli. Questo perché, formalmente, risultano tutti in quarantena per l’errata positività del figlio.
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Nello specifico, il 28 dicembre scorso il 23enne riceve una chiamata dall’Azienda sanitaria che gli comunica di essere positivo al Covid dopo un tampone eseguito il 20 dicembre. Il giovane cade dalle nuvole, perché lui aveva sì eseguito un tampone, ma nel maggio 2020 e tra l’altro era risultato negativo. Quando ha provato a spiegarlo all’Ulss nessuno ha voluto credergli, poiché formalmente risultava positivo e dato che vale più l’esito di un referto che quanto asserito tramite telefono (qualcuno può sempre mentire) tutta la sua famiglia doveva stare in isolamento fiduciario, in attesa di una soluzione.
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Il giovane ha quindi contattato un legale, che ha sollecitato l’Ulss a rettificare subito l’errata segnalazione e a scoprire quanto prima l’identità della persona realmente positiva. Finalmente l’Ulss ha scoperto che si è trattato di un caso di omonimia e un errore di segnalazione. Il 20 dicembre 2020 un giovane di Portogruaro, omonimo di quello di San Donà, aveva fatto un tampone molecolare, con sintomi daCovid-19. Si era messo in quarantena aspettando l’esito del test ma la positività, per errore di trascrizione del codice fiscale, l’hanno comunicata al ragazzo di San Donà di Piave. Ora il giovane 23enne e la sua famiglia, secondo il legale Pavanetto, sono in attesa del comunicato di via libera.