Eva Mikula, ex fidanzata di Fabio Savi, uno dei capi del gruppo criminale della strage del Pilastro, si associa ai familiari delle vittime. La donna lancia un messaggio: “Mi associo all’appello per riaprire le indagini“.
Riapriamo le indagini
Esattamente 30 anni fa, tre giovani carabinieri furono uccisi a Bologna dalla banda della Uno Bianca. Oggi, nel giorno dell’anniversario della strage, Mikula si rivolge a Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini, parenti delle vittime. “Comprendo e rispetto l’immenso dolore dei loro congiunti”, dice in una lettera aperta inviata all’ANSA. “E mi associo all’appello che lanciò lo scorso anno Ludovico Mitilini, il fratello di Mauro, che nei giorni scorsi ha annunciato richiesta formale per la riapertura delle indagini. Molti particolari, infatti, rimasero tra le pieghe dei fascicoli di quattro differenti procure, ognuna delle quali seguì differenti interpretazioni anche su particolari riguardanti le circostanze della cattura”.
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Mikula si associa ai familiari
Nei mesi scorsi, Mikula aveva chiesto aiuto e protezione. Oggi, invece, vuole mostrare la sua solidarietà e “Tutto il mio cordoglio e tutta la mia vicinanza al loro lutto, pur con la consapevolezza che nessuna frase di circostanza, nessun risarcimento potrà mai alleviare le loro continue e inguaribili sofferenze“. Nessuna parola alleggerirà il dolore, ma Mikula mostra la sua vicinanza. All’epoca della strage, la donna aveva solo 15 anni e viveva con la sua famiglia in Romania. Non poteva immaginare che, qualche tempo dopo, avrebbe conosciuto i responsabili della tragedia. “Sono i gesti”, continua Mikula, “ad accorciare le distanze per la memoria e il rispetto per chi ancora soffre”.