Sono troppo lenti i tempi per la distribuzione e la somministrazione del vaccino contro il Covid nel nostro paese: occorre serrare i tempi
In Italia è stata vaccinata contro il Covid solo lo 0,07% della popolazione. Troppo poco rispetto alle premesse, quasi nulla in relazione ad altri paesi come ad esempio Germania o Israele, dove addirittura il 12% dei residenti è già stato vaccinato.
Secondo i virologi, alcuni dei quali hanno invitato molto chiaramente le istituzioni italiane a creare un piano d’emergenza più veloce e funzionale, il ritmo dei vaccini contro il Covid è troppo lento. Occorrerebbero non meno di 65mila vaccinazioni al giorno. E anche così non si arriverebbe al 70% della popolazione vaccinata, obiettivo minimo per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, entro la fine dell’anno.
Di questo passo servirebbero oltre 15 mesi. Il che significa mascherine, distanziamento e precauzioni ancora per tutto il 2021.
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Indubbiamente la variante più temuta del Sars-CoV-2, la B.1.1.7 nata in Regno Unito, è quella che preoccupa di più: ormai ha raggiunto almeno 33 Paesi fino a diventare predominante. L’Italia con il suo 0.07% della popolazione vaccinata, nonostante la soddisfazione espressa dal ministero della sanità per tempi e modi della campagna, è molto indietro. In Danimarca si parla dell’1%, in Germania poco meno. In Israele oltre il 12%.
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Stefania Salmaso, ex dell’Istituto Superiore di Sanità, nominata nel gruppo degli esperti che si stanno occupando del sistema di sorveglianza dei vaccini è critica: “Tutti i nostri sforzi attuali sono tesi ad abbassare il famigerato Rt, l’indice di trasmissione del virus, in modo non trascurabile con l’adozione di misure di riduzione dei contatti tra persone. Avere a che fare con un virus efficiente nella capacità di diffondersi rende la strada più difficile. Più una infezione è contagiosa, maggiore è la proporzione di persone che devono essere immunizzate per fare barriera e interrompere la catena di trasmissione”.
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Quindi… le precauzioni sono ancora necessarie, e per lungo tempo. Ma il vaccino sarà una necessità: “Proteggersi bene significa difendersi da tutti i ceppi virali che in ogni infezione hanno molte probabilità di ricombinarsi” conclude Salmaso.
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