Casarsa, bersagliere trovato morto in garage. Non si è presentato in caserma per l’obbligo di firma, scattate le indagini. L’uomo era accusato di abusi sessuali su due donne del luogo.
Poco chiare le circostanze che hanno portato alla morte di un bersagliere di Casarsa, piccolo centro di poco più di 8 mila abitanti in provincia di Pordenone. L’uomo (Pierluigi D’Alfonso, 38 anni) è stato ritrovato morto nel garage della sua abitazione, ma non è chiaro per gli inquirenti se la causa del decesso sia da imputare a cause naturali, o se possa nascondersi l’ombra di un suicidio.
Il bersagliere, infatti, avrebbe dovuto presentarsi ieri in caserma, per l’obbligo di firma. Da martedì scorso era infatti finito agli arresti domiciliari, e sulla sua testa pendevano le accuse di violenza sessuale e sequestro di persona aggravato perpetrati nei confronti di due donne (una di 40 e l’altra di 60 anni).
Le accuse di abuso e sequestro, poi la morte
Come riportato da Il Messaggero, il sottufficiale dei Bersaglieri era era originario di Prata d’Ansidonia (L’Aquila), ed era stato accusato di violenza sessuale e sequestro di persona aggravato alla luce di due presunti abusi contestati in un arco temporale di dieci giorni.
Come riportato dalle fonti, il primo episodio si sarebbe verificato lo scorso 29 novembre, proprio all’interno dell’abitazione del militare. Intento nella ricerca di una badante per una zia anziana, il militare avrebbe accolto in casa una donna per valutare insieme la proposta di lavoro. Durante la discussione, però, l’uomo avrebbe improvvisamente iniziato a compiere atti osceni, che avrebbero potuto terminare in veri e propri atti sessuali se la donna non fosse scappata via in tempo.
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Secondo episodio, invece, quello accaduto circa dieci giorni dopo – il 9 dicembre. Stesso modus operandi, l’uomo ha accolto in casa una donna che aveva risposto al suo annuncio di ricerca di una badante. Dopo qualche minuto di conversazione iniziale, il militare avrebbe incalzato la donna con la richiesta ambigua di qualche massaggio. Bloccandola per i polsi dopo averla obbligata a sedere sul divano, la donna sarebbe però riuscita a scappare, denunciando l’accaduto ai carabinieri.
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Alla luce dei fatti e all’apertura di un fascicolo nei suoi confronti, il militare si è sempre dichiarato innocente, e proprio nella giornata di ieri sarebbe dovuto andare in caserma dai carabinieri per l’obbligo di firma. Il 38enne, però, non c’è mai arrivato. Al ritrovamento del cadavere, sono stati disposti i relativi accertamenti medico legali per risalire a quella che è stata la reale causa della sua morte. Gli inquirenti non stanno escludendo nessuna pista.