Si attendono le nuove misure del governo che vadano a stabilire le regole da adottare a partire dal 15 gennaio, la data di scadenza del Dpcm del 3 dicembre. Cosa dobbiamo aspettarci?
L’anno inizia con due date di svolta: il 7 gennaio termineranno le regione anti-contagio applicate per le festività natalizie (e si tornerà alla divisione in zone), mentre il 15 gennaio è prevista la scadenza del Dpcm del 3 dicembre. Come riportato dal sito del ministero, le misure di quel Dpcm rimangono “in vigore dal 4 dicembre al 15 gennaio 2021. Il Provvedimento mantiene la diversificazione delle restrizioni, già adottata dal Dpcm 3 novembre 2020, nelle tre aree gialla, arancione e rossa, corrispondenti ai differenti livelli di criticità nelle Regioni del Paese“. Mancano ancora i dettagli su cosa accadrà, ma una cosa è certa: entro il 15 gennaio arriverà un nuovo Dpcm. A quel punto l’Italia dovrà confrontarsi nuovamente con il decorso dell’epidemia, anche a livello legislativo, e tirare le somme della situazione Covid nel Paese. Al momento i dati non sembrano incoraggianti: stando a quanto riportato dall’Iss nel suo ultimo report, la situazione in Italia è ancora “grave”. Necessario mantenere le restrizioni. Si valuterà, dunque, come trattare il sistema di divisione in fasce, confermato fino al 15 gennaio.
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Cosa dovremmo aspettarci?
La seconda questione al vaglio è quella riguardante la scuola e i mezzi di trasporto. Da giorni ormai prosegue il confronto tra governo e prefetture per garantire orari differenziati e uno scaglionamento delle attività in grado di evitare un nuovo sovraffollamento. Tant’è che il Viminale afferma: “Le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa”. Attualmente sulla scuola è intervenuto il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha introdotto attraverso un’ordinanza la riapertura anche delle scuole al 50% in presenza, ma solo dal 7 al 15 gennaio. Attualmente la linea adottata (e ribadita dalla ministra delle Infrastrutture Lamorgese) prevede, in teoria, un rientro degli studenti delle superiori al 75% in presenza dal 15 gennaio. Per quella data saranno operativi tutti i mezzi pubblici aggiuntivi, che saranno messi a disposizione dal 7 gennaio. Si parla di altri 300 milioni stanziati per finanziare le corse aggiuntive. La scuola si organizzerà invece in turni differenziati dalle 8 alle 10. Ma su questo punto arriva l’opposizione di presidi, professori e alcune regioni. Tanto che manterranno l’ingresso alle 8 le regioni Emilia Romagna, Veneto, Molise, Basilicata e Sardegna. Molto probabilmente, il Dpcm del 15 gennaio andrà a regolamentare anche le modalità e le misure del graduale rientro in presenza a seconda delle zone. Ma si attendono dati aggiornati sullo stato epidemiologico in Italia.