Via libera definitivo alla legge di bilancio da 40 miliardi, approvata questa mattina anche al Senato, dopo aver ricevuto l’ok della Camera. Le parole di Renato Schifani.
La Legge di Bilancio è stata approvata questa mattina al Senato, dopo aver ricevuto il via libera dalla Camera. Un’approvazione che ha accumulato tantissimi ritardi. a causa della pandemia; ritardi che hanno comportato la necessità di porre la fiducia sulla Manovra che andrà a regolare le risorse stanziate e i progetti relativi a tutto l’anno 2021: la Legge stabilisce, insomma, come, dove e quando verranno gestite le entrate fiscali e i soldi pubblici. Il Senato ha votato ma non ha potuto modificare ulteriormente quanto approvato alla Camera per via del tempo: la legge andava necessariamente approvata entro la fine dell’anno.
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Il voto di fiducia sulla Manovra era necessario, insomma, in quanto oggi è 30 dicembre. Cioè, eravamo agli sgoccioli. Al contrario, il voto non sarebbe stato necessario solo se si fosse giunti prima all’approvazione definitiva della legge. Eppure, proprio nei ritardi, si nasconde l’ennesimo contraccolpo al Parlamento. “Tutti i provvedimenti del governo vengo letti solo da una Camera e trasmessi all’altra per una semplice vidimazione: è una violazione palese dell’articolo 72 della Costituzione“, ha commentato Renato Schifani, di Forza Italia. Anche nel caso della manovra c’è stata una forzatura. E infatti, ricorda il forzista, quando il Pd, all’opposizione, denunciò la compressione dei tempi per l’analisi della legge di bilancio, la Corte rilevò tra le cause le attese imputabili all’Unione europea. Oggi , questi ritardi dipendono solo dall’esecutivo.
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A Radio Anch’io, il senatore di Forza Italia Renato Schifani e consigliere politico di Silvio Berlusconi ha chiarito di non far ricorso alla Corte Istituzionale, esclusivamente per senso di responsabilità verso il Paese. “Ricordiamo però
che la doppia lettura non serve a tutelare le opposizioni ma a migliore la qualità della legislazione, anche correggendo eventuali errori. Auspichiamo perciò il ritorno a una democrazia parlamentare compiuta, a cominciare dall’agenda per il Recovery Fund“, ha proseguito il politico. La richiesta a Palazzo Chigi è, insomma, quella di consultare le opposizioni, fino ad adesso non consultate. Manca, nel testo, l’assenza di un tema delicato come la sicurezza, “strategico sia per qualità della vita dei cittadini sia per una maggiore attrattività dei capitali esteri”, ha concluso