E’ fatta: il Senato ha confermato la fiducia al governo sulla Manovra (156 voti a favore, 124 contrari e nessun astenuto). Sulla legge di Bilancio il governo aveva posto la fiducia, portando nelle aule un testo blindato per evitare ulteriori emendamenti e un rallentamento che avrebbe comportato l’esercizio provvisorio.
Il governo incassa la fiducia in Senato sulla Manovra di Bilancio, portando a casa 156 voti a favore, 124 contrari e nessun astenuto. Lo fa tra polemiche, contestazioni, critiche sull’operato del governo. Accuse che riguardano anche la modalità con cui il Senato è stato portato a votare una legge di Bilancio blindata dalla fiducia che – a sua volta – è stata posta per evitare l’esercizio provvisorio sull’Italia. In questo quadro la manovra 2021 passa, approvata in via definitiva in Parlamento (previo correttivi che dovranno essere applicati a parte, in extremis). Insomma, giunge quasi a termine un percorso accidentato, arrivato a termine con un mese di ritardo (complici l’emergenza economico-sanitaria e le crisi interne alla maggioranza). Ma giunge a termine tra contestazioni e accuse.
Il Senato in fermento
L’annuncio della fiducia è arrivato il 28 dicembre, seppur anticipato da varie indiscrezioni. A deciderlo, la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che ha stilato il calendario dei lavori: l’arrivo in aula il giorno successivo alle 13:30, la discussione generale, le repliche, l’esame della seconda parte del testo. Così si è arrivati alla giornata di oggi, con la discussione generale in Senato sulla fiducia sull’articolo uno della legge di Bilancio approvato alla Camera, con le dichiarazioni di voto e il voto definitivo della Manovra. Sulla modalità di voto, di certo non sono mancate lamentele. “Non solo la lege di bilancio è stata presentata al Parlamento fuori tempo massimo; non solo la Camera ha dovuto esaminarla a tempo di record; non solo il Senato è costretto a votarla a scatola chiusa; non solo l’esercizio provvisorio sarà scongiurato solo grazie alla responsabilità istituzionale delle opposizioni: oggi si scopre che il governo dovrà varate un decreto in extremis per correggere errori marchiani scoperti all’ultimo momento. Per cui domani dovremo votare una legge imperfetta. Basta questo per dire che la misura è colma e che il Paese è in mano a chi non è in grado di guidarlo? O serve altro?“, aveva dichiarato la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.
Duro anche l’attacco di Matteo Renzi, leader di Iv, durante il suo intervento in Senato: “Non saremo mai complici di uno spreco di denaro. Voteremo sì alla manovra, ma il governo decida cosa vuole fare da grande”. Poi ancora: “Se il governo gialloverde approva la legge elettorale in 48 ore, si va alla Corte costituzionale, come ha fatto il Pd. Se lo fa il governo giallorosso si sta zitti?”. Infine: “Stiamo distruggendo la nostra credibilità”. Una nota di rammarico è arrivata anche dal presidente della Commissione Daniele Pesco (M5s) che nel comunicare la fiducia ha affermato: “Auspico che l’anno prossimo ci siano tempi consoni per un esame parlamentare”. Questo anno – sembra affermare – era un anno particolare.
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