Da Villa Madama, le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per la consueta Conferenza stampa di fine anno.
Una conferenza che è tradizione, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare. Una conferenza che, quest’anno, sa di amaro. Da Villa Madama, Giuseppe Conte ha preso parola per la conferenza di fine anno in vista del 2021; un 2021 che, si spera, possa essere diverso da quest’anno appena trascorso. Dopo poco le ore 11, ad aprire il discorso sono state le parole di Carlo Verna, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna. Subito dopo, ha preso parola Giuseppe Conte per rivolgere qualche parola agli italiani e per affrontare alcune questioni cruciali: il piano vaccini; le riaperture post-Epifania; la situazione Recovery; la crisi nella maggioranza e la replica a Matteo Renzi.
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Rispondendo alla domanda di Marco Conti, de Il Messaggero, Conte ha affrontato il tema della “verifica di maggioranza”, cioè del confronto con i partiti che hanno chiesto un rilancio dell’azione di governo. “Dobbiamo affrettare delle risposte che il Paese attende. Oggi è in approvazione la Legge di Bilancio, il prossimo passaggio urgente è il Recovery Plan. Ieri e l’altro ieri ci sono stati incontri con i rappresentanti delle varie delegazioni e adesso, dopo quella bozza tecnica che ha messo sul piatto l’esito degli incontri avuti con i vari Ministeri, bisogna fare una sintesi politica”, dice Conte.
“Una sintesi che va fatta nei prossimi giorni. Dobbiamo aprirci al confronto con le parti sociali, mandare il documento di aggiornamento per non andare in ritardo. Il Recovery? E’ un’occasione storica, dobbiamo procedere con un confronto con le varie forze. E’ chiaro che un atteggiamento di critica costruttiva è quello che ci predispone. Ma l’Italia ha mostrato credibilità durante la pandemia. Non possiamo più galleggiare“, ha proseguito Giuseppe Conte.
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Poi, sui vaccini: “Salutiamo il fatto che, in Italia, il 27 si è tenuta la giornata del “Vax day” a livello europeo. Un fatto concreto e simbolico. Avremo un piano di 470.000 dosi a settimana del vaccino Pfizer. Entro gennaio arriveremo a 2 milioni e 350mila a cui si aggiungerà il vaccino Moderna, perché l’Ema dovrebbe pronunciarsi all’inizio di Gennaio”. Il Presidente del Consiglio ha parlato di un piano vaccinale complesso, senza precedenti, che procederà per priorità: “Ci sono tutte le premesse, l’Italia può dimostrare di essere all’altezza di questa grande sfida“, ha proseguito. “Escludiamo una vaccinazione obbligatoria, ma pensiamo di poter raggiungere una buona percentuale della popolazione su base facoltativa”, dice Conte.
L’obiettivo è di fare oltre 120mila vaccinazioni giornaliere. C’è però una fetta importante di popolazione che ha ancora paura. Si può quindi pensare ad un “tesserino” dei vaccinati per permettere loro di essere un po’ più liberi? Sì, ci sono delle proposte per permettere maggiore mobilità a chi si vaccina, dice Conte. Ma nulla è ancora deciso. “Quando parliamo di piano vaccinale dobbiamo pensare che nel giro di qualche settimana si consolideranno anche gli anticorpi monoclonali che saranno molto efficaci. L’Italia, dal punto di vista della ricerca, non è seconda a nessuno. Siamo in fase avanzata per quanto riguarda gli anticorpi”, ha proseguito Conte. “Per adesso ci sono le categorie prioritarie. Non interverremo con l’obbligo, ma con la comunicazione e la persuasione dell’affidamento scientifico. Si acquisirà man mano fiducia”, ha detto il Presidente del Consiglio.
“Ho incontrato Rita Bernardini e quando ha saputo che l’avrei incontrata ha interrotto il digiuno. Mi sono aggiornato con Bonafede e nel complesso, e direi per fortuna, la situazione è sotto controllo dal punto di vista della pandemia. Su circa 53mila detenuti i casi di positività al Covid 19 sono stati pochi, solo 35 sintomatici. I ricoverati in ospedale solo 25. Nel complesso, le cautele che sono state adottate hanno funzionato”, ha detto Conte rispondendo alle domande del giornalista di Radio Radicale. La Bernardini, lo ricordiamo, storica esponente del Partito radicale e presidente di “Nessuno tocchi Caino”, ha infatti intrapreso in segno di protesta per 35 giorni lo sciopero della fame per chiedere al governo misure urgenti per svuotare le carceri in questo momento di emergenza sanitaria. Giuseppe Conte l’ha incontrata il 22 dicembre.
A lei, dal 10 novembre scorso, si erano uniti a staffetta circa 3.500 detenuti, 200 docenti di diritto penale, personaggi del mondo della cultura come Luigi Manconi, Sandro Veronesi, Roberto Saviano. Qualcosa, però, si è mosso. Circa 2000 detenuti, ha poi ricordato il Presidente del Consiglio, hanno beneficiato di alcuni premi come la detenzione domiciliare con il braccialetto elettronico. C’è disponibilità del governo per investire nell’edilizia penitenziaria e per migliorare le condizioni delle carceri e Polizia penitenziaria.
“Abbiamo analizzato tutti i vari fattori. Si pensa di differenziare gli orari di ingresso nelle scuole e negli edifici pubblici. Il trasporto si è rivelato uno dei punti più critici, ma abbiamo investito per favorire il noleggio dei mezzi privati. Sono iniziative che vanno applicate a livello Regionale. Auspico che il giorno 7 le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata, mista, in presenza al 50% ma nel segno della flessibilità. Non dobbiamo mettere a rischio il personale e i nostri figli”
“Gli ultimatum non appartengono al mio programma politico. Aldo Moro, nel 78, davanti ai gruppi parlamentari della Dc diceva che gli ultimatum non sono ammissibili in politica, perché è una stretta che fa precipitare le cose e impedisce soluzioni positive. Io sono per il dialogo, per il confronto. L’ultimatum non mi appartiene. E c’è un’altra cosa che non mi appartiene: io sto programmando il futuro, non potrei mai mettermi a pensare ad una campagna elettorale”. Conte, sul punto, è stato fermo chiarendo più volte e a più domande, di lavorare con la maggioranza. Non riesce, insomma, a pensare ad una prospettiva elettorale.
“Sarà sempre il Parlamento a decidere se attivare o meno il Mes. Ma ciò che va chiarito, è che se noi utilizzassimo tutte queste risorse come opere nuove da realizzare avremmo vari inconvenienti. C’è un limite della capacità di spesa. Per tenere in ordine il quadro della finanza pubblica ci dovrebbero essere vari tagli o ci sarebbe un nuovo deficit e crescerebbe il debito pubblico. Il debito, tra l’altro, sta già crescendo. Abbiamo fatto scostamenti, ma c’è un limite oltre il quale bisogna essere credibili ed offrire una curva di rientro, una prospettiva di riduzione. Non possiamo affossare le prossime generazioni”.
“Gli esperti ci dicono che tra i fattori che hanno contribuito all’alto numero dei decessi c’è il fatto che l’Italia ha il maggior numero di popolazione anziana. Si invecchia e si invecchia male. Inoltre, gli anziani vivono nelle famiglie e questo può aver inciso. Siamo stati il primo Paese europeo in cui è scoppiata una pandemia in modo così incisivo. Aspettiamo per un bilancio complessivo”. Quanto ai ritardi denunciati dal Ministro Gentiloni, sul Recovery Plan, Conte spinge per affrettarsi su una modifica del documento per non arrivare in ritardo. Già a metà gennaio, dice Conte rispondendo alla giornalista di La7, si potrà avere un documento rivisto: “Dobbiamo correre, abbiamo grande responsabilità”.
“Non mi cimento in questi scenari. Se verrà meno la fiducia di una forza di maggioranza ci sarà un passaggio Parlamentare in cui ciascuno esprimerà la propria posizione. Non voglio credere che in un contesto del genere si arrivi ad uno scenario del genere. Qualcosa di rischioso per il patrimonio di credibilità che abbiamo costruito, io e la maggioranza”. E’ chiaro, ha detto Giuseppe Conte, che non si può governare senza la coesione. Si può vivacchiare , ma il Paese non ha bisogno di questo. “Devo dare atto al grande lavoro fatto dalle forze di maggioranza, soprattutto per la Legge di Bilancio. Ma devo sottolineare anche il contributo arrivato dall’opposizione”, ha proseguito Conte.
“Tra gli scenari che ci preoccupa di più c’è proprio la crisi sociale. Uno scenario molto preoccupante, fin qui abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che sembra star funzionando. C’è una stima, fonte Banca d’Italia, che parlava di aver scongiurato il licenziamento per 600mila lavoratori. Ma è chiaro che dobbiamo continuare a lavorare a questi tavoli che sono già pronti per ammortizzatori sociali e riordino e per rendere più incisive le politiche del lavoro. Dobbiamo lavorare per non farci trovare impreparati. E’ chiaro che il mercato del lavoro si presenta preoccupante”.
“Sono un cittadino del Sud. Ci sono progetti come la fiscalità di vantaggio, aumenti per le imprese che hanno lavoratori al Sud. Nel Recovery ci sono molti progetti, come per l’autostrada ma anche per la transazione digitale e la banda larga”.
“Tutti i programmi devono avere come obiettivo il benessere equo e sostenibile. Tutta la politica deve andare in questa direzione. Sono riforme strutturali, ma chi verrà dopo si ritroverà proprio una valutazione di impatto sostenibile. Se non sarà d’accordo, dovrà operare una modifica legislativa”. Quanto al Recovery, è un punto su cui non si può fallire: ci viene data fiducia e risorse, dice Conte: “E’ una riforma epocale”
“Massima solidarietà a Claudia Ivernini. Inaccettabili gli insulti e le aggressioni, via web, che le sono pervenute. Quanto alla Germania, che non ha seguito il piano Ue, l’Italia non l’ha fatto perché all’articolo 7 c’è il divieto di approvvigionarsi per via bilaterale se si accede a livello europeo. Punto”.
“Non mi chiedete presagi che si addicono ai chiromanti. Noi lavoriamo con gli esperti, ragionevolmente potremmo durante l’estate ancora non aver risolto il problema. Se dovessimo guardare indietro, la curva del contagio tende ad abbassarsi in estate. Confidiamo che appena il piano vaccinale va avanti potremo far correre l’economia e non comprimere la vita sociale. Ma non chiedetemi presagi per l’estate. Preoccupiamoci delle scuole e dei prossimi mesi”.
“Ho parlato dei decessi sempre. Sono in contatto con le famiglie sempre. Non è vero che non parlo mai dei morti. La parte più dura, per me, è stata proprio vedere l’alzarsi del numero dei decessi. L’immagine più brutta è stata le bare di Bergamo”.
“Se riusciamo a coordinare le azioni anche a livello europeo siamo tutti più forti e più resilienti. La potenziale terza ondata la affronteremo con le nostre misure. Il sistema di monitoraggio sta funzionando e ci sta consentendo di intervenire in anticipo. Il sistema in fasce è assolutamente valido”. Un lockdown totale, come molti sostenevano, avrebbe comportato danni irreparabili. Il sistema, comunque, è stato elaborato dall’Italia senza nessuna guida: ma tutti, insomma, si sono convinti che servissero interventi più dosati e più mirati: “Certo, avremmo potuto introdurlo prima. Ma non avevamo la bacchetta magica. E devo riconoscere che le parti territoriali si sono poi adeguati, ed è importante perché si capisce che, quando c’è in gioco l’interesse nazionale, si guarda avanti”.
Se quindi il sistema a fasce darà certezze e risultati positivi, allora rimarrà questo. Se invece peggiorerà, si interverrà con dei ritocchi. Ma, in ogni caso, il sistema rimarrà questo: sistema monitoraggio e varie fasce. Intanto, lo Stato di emergenza potrebbe essere ancora di più prorogato: “Non significa che facciamo saltare l’assetto costituzionale, ma qualcosa che è necessario. La pandemia si dipana sempre, e l’emergenza va prorogata”.
“Sono molto soddisfatto. Abbiamo circa 3 milioni di beneficiari. C’è l’impatto di questa misura sulla povertà che è stato dello 0,7 per cento. Persone mi hanno scritto di aver comprato una protesi, o un paio di occhiali, o di aver mangiato un piatto di pasta diverso. Sono quindi molto contento. Possiamo, però, lavorare per migliorarlo e modificare le politiche sul lavoro”.
“”Sarò l’avvocato difensore del popolo italiano”, aveva detto tempo fa, “ma si è avuta l’impressione che è diventato più difensore e avvocato di se stesso del suo Governo sotto l’attacco dei suoi alleati politici e alleati attuali della sua maggioranza”: questo l’incipit della domanda di un giornalista presente a Villa Madama. Domanda che chiede, a Giuseppe Conte, quali critiche ritiene ingiuste e quali no. “Io cerco di fare l’interesse dei cittadini, da sempre. E quindi, ancora oggi, mi sento il difensore del popolo italiano. Sono qui per lavorare per il bene comune. Ci possono essere errori e manchevolezze, sono un essere umano con tutti i limiti e i difetti. Mi farebbe male se qualcuno mi dicesse che sto lavorando per i miei interessi personali. Una critica, eventuale, che non corrisponderebbe al vero”, dice Conte.
“Tutti hanno collaborato per l’interesse nazionale. I sindacati e le organizzazioni hanno lavorato con noi. A marzo siamo stati 18 ore consecutive per elaborare un protocollo condiviso. Senza di loro non saremmo andati avanti. Anche il dialogo con le Regioni, attraverso il Ministro Boccia, è stato funzionale. Lui ha avuto decide e decine di incontri pressoché permanenti. E senza questa collaborazione, senza questa consapevolezza che bisogna essere tutti insieme a dialogare, il Paese sarebbe andato a rotoli”.
“Il settore del turismo è stato un comparto in cui si concentra l’effetto più duro della pandemia. Sono stata circa 60 i provvedimenti di Franceschini. Bisogna continuare ad investire per far riprendere settori dello spettacolo, del cinema”
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