Quella di un passaporto sanitario digitale sta diventando una delle ipotesi più concrete per fronteggiare il virus e la sua esposizione
Un’applicazione internazionale destinata a monitorare in modo estremamente rigido tutti i movimenti tra i vari paesi per verificare casi di eventuali positività.
È l’ipotesi alla quale stanno lavorando numerosi governi con quattro progetti pilota che puntano alla creazione di un’applicazione online trasversale e trans nazionale destinata a compagnie aeree, aeroporti e uffici del turismo. Imbarcarsi non sarà più possibile solo con un documento d’identità, il biglietto aereo e, nei casi necessari, il visto sul passaporto. Tra i documenti obbligatori per l’imbarco ci dovrebbe essere il cosiddetto passaporto sanitario. Un via libera, sicuramente digitale, che consentirà l’imbarco E il trasferimento verso altri paesi non soltanto in aereo ma anche via nave.
Ad accelerare i tempi di una soluzione tecnologica è stata la recente crisi nata dalla mutazione del virus che ha provocato gravi danni in tutto il Regno Unito. Tanti i paesi costretti a chiudere le frontiere con Londra. Di qui l’esigenza di capire quali persone in viaggio abbiano già contratto il virus, quando, se siano state vaccinate e con quale prodotto.
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Se il 2020 ha ridotto ai minimi termini viaggi e vacanze il 2021, dunque, potrebbe essere l’anno del passaporto sanitario digitale. A lavorare al progetto ci sono almeno una decina di compagnie aeree globali di grande importanza e, soprattutto, il comitato che riunisce tutti i bureau degli aeroporti internazionali del mondo, circa duemila. Il progetto è in avanzato stato di studio ma capire tempi e modi della sua applicazione è ancora tutto da chiarire.
Anche perché, nell’era della privacy, per consentire un tracciamento internazionale tanto massiccio occorrono accordi internazionali che al momento non esistono. É anche vero che la pandemia ha scatenato una serie di emergenze tali che stanno costringendo numerosi governi a contromisure eccezionali.
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Il passaporto sanitario digitale sarebbe, né più né meno, che un’applicazione da scaricare sul proprio smartphone, molto simile a quella denominata “Immuni” utilizzata nel nostro paese con risultati contraddittori e parecchie polemiche. Una volta in aeroporto il passeggero per potersi imbarcare dovrà mostrare il passaporto, la carta d’imbarco e il via libera della sua applicazione che racchiude tutti i dati sanitari aggiornati.
Un primo progetto sembra essere più avviato degli altri: si chiama CommonPass ed è stato finanziato da diverse compagnie importanti come United Airlines, Cathay Pacific, JetBlue, Lufthansa, SwissAir, Virgin Atlantic. Pare che la piattaforma sia già stata testata praticamente ma per capire se sarà in grado di funzionare su vasta scala occorreranno test più approfonditi.
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