Il governo torna a legiferare sulla scuola, e a prevalere è la linea aperturista: l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza pubblicata in Gazzetta ufficiale stabilisce: “Ai fini del contenimento dell’epidemia da Covid-19, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica” in modo che, “dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, sia garantita l’attività didattica in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca. La restante parte dell’attività è erogata tramite la didattica digitale integrata”. La specifica arriva dopo le contrattazioni che hanno avuto luogo nelle ultime due settimane, dalle quali sono nate anche le nuove linee guida , approvate il 23 dicembre scorso. In quell’occasione il presidente dell’Anci (l’Associazione nazionale comuni italiani) Antonio Decaro aveva commentato: “È un bene per tutti, senza distinzioni. Lavoriamo per assicurare le migliori condizioni possibili e per garantire sicurezza ai ragazzi e tranquillità alle loro famiglie”. Soddisfatta la ministra Azzolina, che su Twitter aveva già commentato: “Studentesse e studenti delle scuole secondarie finalmente potranno tornare a scuola. Ce lo avevano chiesto. È giusto che possano farlo grazie all’impegno di tutte le istituzioni coinvolte”. La decisione ufficializzata in Gazzetta permetterà di tornare parzialmente in presenza (al 50%), anche agli studenti delle superiori: una riapertura che, seppur graduale, sembra andare verso un allentamento progressivo delle strette sulla scuola.
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L’accordo
L’accordo è stato trovato dopo settimane di incontri con prefetture ed enti locali. Sul tavolo, la necessità di affrontare il problema dei trasporti pubblici, anche attraverso uno scaglionamento degli orari di ingresso a scuola. Ai prefetti è spettato proprio questo compito, assolto attraverso diverse soluzioni. Il prefetto Claudio Palomba di Torino – riporta il Fatto Quotidiano – spiega la soluzione adottata: “Assicureremo la presenza con due turni di ingresso, alle otto e alle dieci. Ci sarà un rafforzamento delle linee e un potenziamento dei mezzi soprattutto nel capoluogo piemontese. Ogni quindici giorni monitoreremo la situazione e se necessario siamo pronti a modificare il piano”. L’orario dei negozi, invece, resterà lo stesso. Diversa l’organizzazione di Milano, dove si è deciso di rinforzare i mezzi di trasporto e cambiare l’orario di apertura dei negozi (che apriranno alle 10): previste 800 corse destinate agli studenti delle superiori, che si aggiungeranno ai 100 bus-navetta che collegheranno i poli scolastici ai capolinea delle metropolitane. Tanti gli adattamenti, quindi: se in Emilia-Romagna non ci saranno doppi turni ma scaglionamenti, in Piemonte e nel Lazio si prevedono i due turni sopraelencati.
Strategie differenti, eppure è un tutti contro tutti
Eppure, sulla questione i malumori non sembrano essersi placati. Anche sulla scuola, anche sui trasporti, i pareri dividono: c’è chi dice che non siamo pronti e chi invece rivendica un’apertura ancor più coraggiosa. Nel primo caso, Vincenzo De Luca, che si dissocia dall’accordo e prevede una linea più prudente: il 7 gennaio si partirà con la scuola dell’infanzia e di prima e seconda elementare, l’11 si passerà alle altre classi della primaria, il 18 alle medie e il 25 al rientro alle superiori al 50%. Tra chi frena, anche il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Mi sarei aspettato la conferma del 75% in presenza; questa marcia indietro denota una certa fragilità, una paura di fallire”.
Dall’altro lato, il capogruppo di Iv in commissione Trasporti Luciano Nobili, che il 27 dicembre avrebbe affermato: “Il fatto che dal 7 gennaio non si riuscirà a mantenere l’obiettivo stabilito del rientro a scuola del 75% dei nostri ragazzi ma che il 50% di loro dovrà continuare con la didattica a distanza è già una sconfitta”. Intanto la ministra dei Trasporti Paola De Micheli commenta il quadro venutosi a delineare per la riapertura delle scuole, mettendo le mani avanti: “È ovvio che qualche problema ci sarà. Su 107 Province con modelli tutti differenziati, avremo risultati molto positivi, risultati medi e qualche criticità nei giorni di riapertura delle scuole”. A proposito della scelta presa, comunque, De Micheli specifica: “È una decisione del ministro della Salute Roberto Speranza”.
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Speranza firma, De Micheli commenta
Scuole, trasporti e contagi: pubblicata l’ordinanza a firma del ministro della Salute, il commento passa ai trasporti, attraverso le parole della ministra De Micheli: “La mia battaglia sullo scaglionamento degli orari non è esclusivamente finalizzata alla scuola. La disponibilità di tanti sindaci a scaglionare gli orari degli uffici e dei negozi in molte Regioni, ha consentito di non avere situazioni di criticità”. Anche perché, sottolinea la ministra, nei contagi legati alla scuola “si è osservata una maggior incidenza tra le fasce maggiori di 12 anni, che è stata esposta a occasioni di rischio più rilevanti anche per via dei trasporti“. Ora toccherà attuare quanto stabilito e affrontare le criticità, che molto probabilmente emergeranno, almeno all’inizio: “Un sistema così complesso, articolato e profondo avrà bisogno di essere rodato nella prima fase quando cercheremo di dispiegare il numero maggior di persone che aiutino cittadini e studenti a fare le scelte di trasporto migliore possibile per andare a scuola”. A proposito dei controlli sui trasporti, assicura la ministra “alle fermate ci sarà o un dipendente dell’azienda dei trasporti o un ausiliario del traffico o un volontario della Protezione Civile che, con tanto di orario programmato dalle aziende, dirà nel momento in cui l’autobus in arrivo è già pieno al 50% che bisognerà aspettare 3-4 minuti per l’arrivo del successivo bus”. Staremo a vedere come sarà affrontata una riapertura parziale che ha visto l’unione di diverse voci, tante norme e ancora molti malumori. Una cosa è certa: questa volta il governo non può sbagliare.