Le attività in cui il rischio del contagio è più alto rischiano di non riaprire neanche a metà gennaio, ora la data del 15 sembra incerta.
Da palestre e piscine, a cinema e teatri, passando per i centri estetici. Sono queste le attività che potrebbero restare chiuse fino a oltre metà gennaio. La data prestabilita – fissata al 15 gennaio 2021 – ora sembra non essere più così certa agli occhi del governo. Ma perché? Secondo il parere degli esperti del Comitato tecnico scientifico (Cts) si tratta di settori che potrebbero causare un’impennata nel numero dei contagi, una volta riaperte le attività. Per questo motivo gli scienziati hanno aperto un tavolo tecnico con il ministero dello Sport, guidato da Vincenzo Spadafora.
Lo slittamento delle riaperture
All’inizio di dicembre il ministro Francesco Boccia annunciava che, dopo un Natale di sacrifici, il 7 gennaio il Paese sarebbe ripartito. Poi è arrivato il Dpcm attualmente in vigore, che terminerà il 15 gennaio. E ora il Cts parla di un possibile slittamento nella data di apertura di alcune attività. L’ennesima batosta ai danni di imprenditori e lavoratori.
Palestre e piscine: quali potrebbero essere le soluzioni?
Ingressi contingentati e nessun accesso agli spogliatoi. Sarebbero queste le proposte elaborate finora dagli esperti del Cts, insieme al ministero dello Sport, per riportare i cittadini in palestre e piscine. Nel dettaglio, per le prime strutture si sta pensando di permettere solo lezioni individuali, in modo da evitare assembramenti pericolosi. Per le seconde invece l’idea è di far entrare in acqua una sola persona per corsia. Ulteriori proposte saranno valutate fino al 6 gennaio 2021. In ogni caso, riaperture e chiusure dipenderanno dall’andamento della curva epidemiologica.
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Cinema e teatri: qual è il problema?
L’11 ottobre scorso l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (Agis) aveva rivelato che dal 15 giugno – data di riapertura dopo il lockdown – all’inizio di ottobre, nelle sale di cinema e teatri italiani ci fosse stato un solo contagio su 350mila spettatori. Ma allora perché anche queste attività potrebbero rischiare di restare chiuse? Stando a quanto spiegano gli scienziati, il problema non sarebbe all’interno, ma all’esterno. Tra le file che si creano all’ingresso di cinema, teatri e sale da concerto, potrebbe diffondersi il coronavirus. File che, tuttavia, raramente si vedono fuori da un teatro.
Musei, bar e ristoranti: c’è qualche rischio?
La riapertura dei musei, al contrario di cinema e teatri, potrebbe essere più vicina. Anche se con tutte le precauzioni del caso. Resterebbero infatti contingentati gli ingressi e le visite avverrebbero su prenotazione, in modo da evitare affollamenti dentro e fuori dagli edifici. Per quanto riguarda bar e ristoranti, che con il Dpcm di Natale hanno subìto nuove pesanti penalizzazioni, la speranza di gestori e proprietari dei locali è quella di tornare ad essere aperti sia a pranzo che a cena il prima possibile.
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E le discoteche?
La ripresa di eventi mondani e serate in discoteca sembra essere la più lontana. Pare che sia l’unica certezza degli esperti del Cts: almeno per i prossimi mesi è certamente esclusa la possibilità che si possano organizzare grandi eventi in cui è prevista la presenza di molte persone nello stesso luogo. Specialmente al chiuso. Anche in questo caso il punto di riferimento sarà l’andamento della curva epidemiologica, con l’indice di contagiosità (Rt) che deve scendere sotto lo 0,5.