Il Ministro della Salute Roberto Speranza commenta così l’avvio delle vaccinazioni in Italia e smonta le polemiche.
I vaccini sono arrivati in Italia e finalmente si intravede una luce per uscire dal tunnel. Sono 9.750 le dosi del farmaco prodotto dall’azienda Pfizer arrivate nel nostro Paese e somministrate a medici, infermieri, personale sanitario: cioè, i simboli della lotta al Covid così come simboliche sono le prime dosi a cui ne seguiranno altre. Nei prossimi giorni inizierà la vera distribuzione del vaccino Pfizer, in attesa dell’approvazione dei farmaci di AstraZeneca e Moderna. Qualcosa, comunque, si muove e il piano di vaccinazione pronto da settimane è ormai più che un puro piano su carta.
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Il piano elaborato da Ministero della Salute, Commissario straordinario per l’emergenza, Istituto superiore di sanità, Agenas e Aifa prevede che da metà gennaio vengano vaccinati i medici, gli infermieri, il personale sanitario in generale e gli ospiti delle Rsa, uno degli ambienti più a rischio. A vaccinarsi dovrebbero essere circa 2 milioni di persone. Tra febbraio e marzo si passerà poi alla fascia di popolazione che ha superato gli 80 anni, che conta circa 4 milioni e mezzo di persone. A seguire, le persone tra i 60 e i 79 anni: più di 13 milioni di persone. Rientrerebbe in queste fascia anche chi ha almeno due patologie croniche: 7 milioni e mezzo. Si procederà, quindi, con il resto della popolazione.
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L’arrivo dei vaccini è stato annunciato come un momento storico sia dalla comunità scientifica che dal Ministro della Salute Roberto Speranza. “Oggi siamo a una svolta. Finalmente abbiamo l’arma per vincere la guerra”, ha commentato a La Stampa. “Dobbiamo evitare che un pezzo di Paese profondo possa illudersi che abbiamo già vinto. Sarebbe devastante”. Quanto alla polemiche sulle dosi arrivate in Germania, Speranza smonta le ipotesi: la ripartizione è fissa e la decide l’Ue. Di conseguenza, la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali come il giorno, la distanza dagli stabilimenti. “Dunque non c’è chi è più bravo e ne
compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno”, chiarisce Speranza.
Altra svolta potrebbe essere il vaccino di AstraZeneca: “Noi già dal 1 aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico”. Il vaccino, comunque, non sarà obbligatorio: “Scoppierebbe subito uno scontro ideologico, il Paese si spaccherebbe in due curve di ultrà. Non risolveremmo il problema, lo aggraveremmo”. Infine, qualche parola sui 9 miliardi nel Recovery: “Sono stato il primo a insorgere. Mi hanno spiegato che in realtà sono già diventati 15. Mi batterò fino in fondo perché le risorse aumentino”, ha concluso.
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