Marco Milan e Renzo Masiero, i due coinquilini trovati morti nell’appartamento lo scorso 15 dicembre, sarebbero morti a causa della stufetta che usavano per scaldarsi. Forse il monossido, o una fuga di gas.
Si è tenuta qualche giorno fa l’autopsia sui corpi di Marco Milan e Renzo Masiero, i due disoccupati ritrovati morti il 15 dicembre nell’alloggio comunale di via 25 Aprile a Robegano di Salzano. Le prime ipotesi degli inquirenti avevano avanzato un’eventuale fuga di gas come causa del decesso dei due amici. L’esame autoptico eseguito giovedì, disposto dal pm Massimo Michelozzi, pare vada a confermare tale ipotesi: ad uccidere i due coinquilini, entrambi seguiti dai Servizi sociali, è stata un’intossicazione (forse da monossido di carbonio) causata dalla stufetta che usavano per scaldarsi. Nel frattempo, la Procura aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo, a seguito dell’esposto presentato dai familiari di una delle vittime.
Marco Milan e Renzo Masiero, di 68 e 48 anni, sono stati ritrovati senza vita il 15 dicembre nell’alloggio comunale che condividevano. Entrambi senza lavoro, sul loro decesso gli inquirenti stavano valutando tutte le piste, anche se dalle ricostruzioni dei famigliari e dalle testimonianze dei vicini, erano state esclusi (già dai primi sopralluoghi) episodi di violenza, intrusioni di terzi o l’eventuale assunzione di sostanze o alcol.
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L’autopsia sui due cadaveri si è svolta giovedì 24 dicembre dal dottor Guido Viel, dell’Istituto di Medicina Legale di Padova, e da quanto emerso dall’esame la causa fatale del loro decesso è stata un’intossicazione imputata probabilmente a una stufetta che i coinquilini utilizzavano per scaldarsi. Non sono stati infatti trovati segni di lesione o violenza sui due corpi. Bisogna attendere i risultati dei test tossicologici, che chiariranno se l’intossicazione è stata dovuta a una fuga di gas o al monossido di carbonio.
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Secondo quanto spiegato dai vicini di casa, pare che nei giorni precedenti al macabro ritrovamento dei due uomini, si sarebbe avvertito un forte odore di gas – dettaglio inserito dai famigliari di Milan nell’esposto depositato presso la stazione dei carabinieri di Noale. I fratelli dell’uomo, spiegano le fonti, hanno anche chiarito il 68enne godeva di buona salute e non aveva mai dato problemi al vicinato. A partecipare alle operazioni peritali è stato anche il dottor Arcangelo Di Nino, medico legale di parte della famiglia dell’uomo.
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