Luca Zaia spiega così il boom di contagi nella regione Veneto e il tasso di positività balzato al 36% il 25 dicembre.
5.010 nuovi positivi, 94 morti, un tasso di positività schizzato al 36,3%, tre volte la media nazionale. E’ il bollettino che registra l’andamento del Coronavirus in Veneto, “maglia nera” d’Italia, relativo al 25 novembre. Numeri che mettono la Regione di Luca Zaia nuovamente al centro dell’incubo, ma anche delle critiche: decade la narrazione sulla migliore macchina sanitaria d’Italia e decade anche la fermezza nella volontà di rimanere zona gialla, fattore declinato come motivo d’orgoglio per il governatore.
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Cosa sta succedendo? Secondo Zaia, la spiegazione sta nel numero di tamponi effettuati. “In Veneto la situazione è assolutamente seria, il Covid è un incubo. Ma da qui al leggere
i dati senza la necessaria consapevolezza, ce ne corre“, ha riferito in un’intervista al Corriere della Sera. “Passiamo tutti i giorni per la regione con il maggior numero di contagi. Ma il primo giorno che ci siamo presi il primato avevamo fatto circa 60 mila tamponi tra rapidi e molecolari. I contagiati erano 3.000, quindi il 5%. In quello stesso giorno, la regione che passava per la migliore aveva trovato 40 positivi su 400 tamponi. Il che significa il 10%: il doppio”, ha proseguito.
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Il motivo che spiega il boom dei contagi, insomma, sta nel gran numero di tamponi rapidi effettuati dalla regione. Tamponi che però non possono essere inclusi nella statistica. I positivi sono contati, infatti; ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. “Ma nei prossimi giorni, questo cambierà”, assicura Zaia. Quanto al vaccino, il governatore lo farà, quando arriverà il suo turno: “Io certamente mi vaccinerò ma soltanto quando arriverà il mio turno. Non come qualcun altro”, ha detto.
Intanto, il Veneto ha avuto una pre-adesione al vaccino del 90%: “Però credo che ormai i tempi siano maturi per un passaporto sanitario. Le compagnie aeree hanno iniziato a dire che vogliono passeggeri con la garanzia del vaccino, ma presto cominceranno a chiederlo le strutture ricettive, gli spazi per congressi e via dicendo. In Veneto, certamente, potremo provvedere rapidamente”.
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