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Domani parte il Vaccine Day in tutta Europa: l’Aifa risponde alle domande più frequenti in merito al vaccino Pfizer-BioNTech. Quanto costa? Chi deve farlo? Quanto è efficace? Che effetti collaterali può provocare?
Sono finalmente giunte a Roma, le prime 9.750 dosi del vaccino firmato Pfizer-BioNTech. E da oggi, sabato 26 dicembre, verranno messe a disposizione dell’ospedale Spallanzani, in previsione di quello che domani sarà il Vaccine Day. Tra dubbi e perplessità sollevati dai cittadini sfiduciati dalla situazione che sta caratterizzando questo 2020 ormai agli sgoccioli, l’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) ha già preparato una Faq pronta a spiegare e a rispondere ai questi che sorgono in merito al vaccino, realizzato in tempi record per tenere a bada una pandemia da record.
Da domani in Italia e in tutta Europa verrà inaugurato il Vaccine Day: le prime dosi del vaccino anti Covid-19 verranno infatti somministrate alla prima fetta di cittadini. Dopo gli operatori sanitari, i primi a sottoporsi alla vaccinazione (facoltativa), toccherà poi, a turni e scaglioni, al resto della popolazione.
Anzitutto, spiega l’Aifa nel suo documento esplicativo, il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) è un vaccino atto a prevenire la malattia COVID-19 in tutti quei soggetti di età pari o superiore ai 16 anni. Il farmaco contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA), con “allegate” le istruzioni per produrre una proteina presente su SARSCoV-2 (e cioè il virus responsabile della malattia Covid-19). Il vaccino, sottolinea l’agenzia, non contiene il virus e non può provocarne la relativa malattia.
In merito alla sua efficacia, gli studi hanno dimostrato che due dosi del vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty), somministrate a distanza di 21 giorni l’una dall’altra, sono in grado di impedire al 95% degli adulti di sviluppare la malattia, con risultati omogenei per classi di età, genere ed etnie. Viene sottolineato, tuttavia, che la durata della protezione (della cosiddetta “immunità”) non è ancora definita con certezza, dato che l’emergenza ha imposto un periodo di osservazione di soli pochi mesi. Ad ogni modo, la letteratura medica realizzata su virus simili parla di almeno 9-12 mesi.
Rientrano nei cittadini che possono vaccinarsi anche coloro che hanno già avuto la malattia di COVID-19. L’Aifa, infatti, sottolinea che il vaccino in caso di precedente infezione potenzia addirittura la memoria immunitaria. Tuttavia, chi è risultato recentemente positivo all’infezione non necessita di una vaccinazione in queste prossime e prime fasi di campagna vaccinale.
In merito alla possibilità di trasmettere l’infezione ad altre persone pur essendo stati vaccinati, gli studi non hanno ancora potuto raccogliere dati certi. Serve infatti più tempo per ottenere dati significativi, poiché al momento non è ancora del tutto chiaro se i vaccinati possono o meno infettare e contagiare (in modo asintomatico) le persone con cui entrano in contatto. Si raccomanda, in questo senso, di continuare ad adottare tutte le dovute misure di protezione anti COVID-19, anche nel caso in cui si viene sottoposti a vaccinazione.
Come già spiegato in più occasioni, è possibile che alla somministrazione del vaccino possano verificarsi delle reazioni avverse. Al di là dei casi di anafilassi o allergie, si tratta per lo più di reazioni lievi o moderate, che si sono risolte entro pochi giorni dall’iniezione. Si parla per lo più di dolore e gonfiore nel sito di iniezione, di stanchezza e mal di testa, così come dolore ai muscoli e alle articolazioni, ma non sono mancati nemmeno casi in cui i pazienti hanno riscontrato brividi e febbre.
Nell specifico, arrossamento nel sito di iniezione e nausea si sono verificati in meno di 1 persona su 10. La sensazione di prurito nel sito di iniezione, il dolore agli arti, l’ingrossamento dei linfonodi, la difficoltà ad addormentarsi e una generale sensazione di malessere sono stati effetti più rari, che hanno interessato meno di 1 persona su 100. La paralisi facciale periferica acuta, invece, si è verificata raramente, in meno di 1 persona su 1000.
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La campagna di vaccinazione di svolgerà in più fasi, per i quali i cittadini saranno chiamati secondo un ordine di priorità che viene definito dal rischio di infettarsi e di sviluppare la malattia di COVID-19 con conseguenze gravi. Primi tra tutti a ricevere le dosi saranno, chiaramente, i membri del personale sanitario, così come anche lo staff e agli ospiti delle residenze per anziani.
Le vaccinazioni verranno effettuate dal personale dei servizi vaccinali, e avranno luogo in ben 286 ospedali definiti dal Piano nazionale di vaccinazione COVID-19. Per quanto riguarda le strutture di riposo e di residenza per anziani, sarà lo stesso personale vaccinatore ad effettuare le somministrazioni “a domicilio”.
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Si ricorda, infine, che la vaccinazione è gratuita per tutti. Per poter ricevere le dosi, però, è necessario portare un documento di identità valido e la tessera sanitaria. Facoltativo, invece, portare con sé anche l’eventuale documentazione sanitaria che possa aiutare il medico vaccinatore a valutare lo stato fisico del paziente sottoposto al vaccino. Ad ogni modo, vi ricordiamo che per qualsiasi altro approfondimento, l’Aifa ha pubblicato la Faq sul suo sito ufficiale.
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