Covid variante inglese, falla nei controlli a Ciampino e Fiumicino: “rischio falsi negativi”. Ecco che cosa è successo
Negli ultimi 14 giorni, sono sbarcate a Roma negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino circa 2mila persone che arrivavano dalla Gran Bretagna. Ora, di queste, sembra che meno di un centinaio abbia fatto di nuovo il tampone per accertare la positività al Covid oppure no, come disposto dalle Asl. In particolare, per accertare di aver contratto o meno la “variante inglese” del morbo, che sarebbe molto più contagiosa. Le strutture sanitarie laziali sono in allerta per i cittadini giunti a Roma da Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, perché sembra che il loro tracciamento sia molto più complicato di quanto previsto.
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Il ministero della Salute e del Lazio hanno disposto che coloro che tornano nel nostro Paese devono comunicarlo chiamando il numero verde 800.118.800 e poi andare con tessera sanitaria e carta d’imbarco in uno dei drive-in del sistema sanitario regionale per sottoporsi al tampone o “procedere autonomamente e con oneri a proprio carico a sottoporsi al test in una delle farmacie o laboratori aderenti”. Tuttavia, pare siano in pochi ad aver seguito tale procedura.
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Come mai? Diversi di loro, una volta giunti a Roma, il giorno dopo avevano già eseguito un tampone antigenico per accertarsi e quindi non saranno richiamati dalle Asl. Tuttavia, potrebbero aver fatto troppo presto il test per essere certi dell’esito. A quanto pare, tutti i passeggeri arrivati nelle ultime 48 ore negli scali romani, prima del blocco voli imposto dal governo, sono stati sottoposti a tampone rapido una volta arrivati. Si tratta di circa 500 persone, di cui solo un uomo risultato positivo ha eseguito test molecolare per accertare se abbia preso la variante inglese.
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Tra l’altro, i medici delle Uscar hanno dovuto contattare le forze dell’ordine, perché questo passeggero non voleva mettersi in auto isolamento domiciliare. Per gli altri 2mila viaggiatori che nelle ultime 2 settimane sono tornati da Londra non vi sarebbero certezze. Oltre all’agente Aise, un altro ragazzo è risultato positivo, giunto lo scorso 10 dicembre per trascorrere le vacanze con la famiglia, asintomatico e quindi seguito a casa dai medici. Il giovane ha dovuto fare comunque il tampone molecolare molecolare di verifica. Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl Roma 1 e 2 hanno raccontato che finora il richiamo c’è stato per circa un centinaio di persone giunte dal Regno Unito, di cui circa il 60% si sarebbe sottoposta a tampone 24 ore dopo l’arrivo e quindi non sarà ricontattato.
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Secondo Massimo Andreoni, direttore Uoc Malattie infettive Roma Tor Vergata, in questo modo c’è il rischio di avere falsi negativi, “perché il tempo di incubazione è più lungo, quindi è possibile essersi positivizzati dopo essersi sottoposti al tampone. L’esame dovrebbe essere fatto a circa 7 giorni dal rientro e si dovrebbe privilegiare il molecolare più attendibile per capire l’eventuale variante del virus” e bisognerebbe inoltre attendere l’esito dell’auto isolamento a casa.
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