Si distendono leggermente i toni all’interno della maggioranza, dopo l’incontro tra la delegazione di Italia viva e il premier Conte, accompagnato dai ministri Amendola e Gualtieri. Stando a quanto emerso fino ad ora, la task force del Recovery Plan ci sarà, ma rivoluzionata e ridimensionata. Giuseppe Conte fa un passo indietro, Italia viva congela la crisi di governo.
E’ pausa all’interno della maggioranza a seguito dell’incontro tra i capi delegazione di Italia viva e il premier Conte, accompagnato dai ministri Gualtieri e Amendola. Il clima si distende, anche se i toni restano tesi. Ad annunciare il congelamento della crisi di governo, anche la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova che – uscendo dal vertice con il premier – ribadisce: “La task force è sparita dalla bozza”. Più precisamente, sembra non esserci più la task force così come era stata delineata dalla prima bozza. Resterà una struttura di controllo dei lavori del Recovery, così come prevista dalle linee guida dell’Ue, ma probabilmente privata di quei tanto contestati poteri sostitutivi. Lo conferma direttamente il ministro Amendola, che afferma: “La struttura la chiede l’Europa, ma non sostituirà i ministeri, e il Parlamento verrà coinvolto in tutti i passaggi”. Poi ancora: “La governance è prevista a pagina 33 delle linee guida Ue, poi ogni Paese sceglie come costruirla. Non sostituirà i ministeri, delineeremo queste norme lavorando come in questi due giorni, con pragmatismo e coesione”. Secondo le ultime indiscrezioni riportate dal Fatto Quotidiano sarebbero già sul tavolo alcune ipotesi di modifica della governance. La più probabile prevede che i progetti dovranno passare dal Cdm e il comitato a tre (Conte-Patuanelli-Gualtieri) per il coordinamento potrebbe esser sostituito da un ministro per ogni partito.
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La tabella di marcia. “Italia viva preparerà un documento”
Prima di dare un nuovo volto definitivo alla nuova governance, però, sarà necessario affrontare quelli che sono i contenuti del Recovery Plan. E più in particolare, servirà l’ok al Recovery del Consiglio dei ministri, che dovrà arrivare prima della fine dell’anno. Il traguardo è segnato dal prossimo Consiglio dei ministri, un incontro previsto lunedì o martedì tra Conte e le forze di maggioranza, utile ad analizzare le nuove proposte sul tavolo ed eventuali modifiche al Piano. “Ci siamo presi qualche ora, Italia viva preparerà un suo documento che darà a Conte”, ha detto Bellanova. L’ok del Cdm dovrà arrivare “auspicabilmente” entro fine anno, viene ribadito. Previsti, a fine dicembre, anche incontri più tecnici al Mef. Il presidente del Consiglio ha rassicurato che tutti i passaggi e tutte le proposte passeranno dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento. E proprio mentre la bozza sarà in Parlamento, il governo si occuperà di un nuovo giro di confronti con enti, parti sociali e terzo settore.
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Clima più disteso, ma nuvole all’orizzonte
Insomma, ci sono i segnali per una tregua, ma di certo non per una pace definitiva. I toni restano segnati dal distacco e dalla diffidenza, e sui rapporti aleggiano anche altre minacce. Primo tra tutti, il Mes e le risorse riservate alla Sanità all’interno del Recovery. Non è un caso che la ministra Bellanova, all’uscita dall’incontro, abbia sottolineato la necessità di una modifica in tal senso: i 9 miliardi di euro riservati alla Sanità nel Recovery sono troppo pochi. Stando a quanto riportato dall’Ansa, durante l’incontro sarebbe stato citato anche il Mes sanitario. Ma sul punto sarebbe arrivato il silenzio del premier. A tal proposito Bellanova commenta: “Nel corso dell’incontro”, ha detto Bellanova, “abbiamo posto una domanda: se nel documento che ci è stato consegnato ieri sera ci sono solo 9 miliardi per la sanità e sappiamo che ci sono grossissimi problemi di strutture e personale, perché non si riflette sulla possibilità di utilizzare i 37 miliardi del Mes che hanno minori condizionalità rispetto a quelle che prevede il Recovery? E’ una domanda alla quale pensiamo di dover avere una risposta”.
Un’esigenza, quella di incrementare i fondi sulla sanità, condivisa anche dalla delegazione guidata da Roberto Speranza: i soldi per la sanità “vanno riequilibrati, rafforzando i progetti trasversali”. Intanto silenzio anche su un possibile rimpasto, ma è un silenzio che copre scenari ancora plausibili (si parlerebbe della creazione due vice premier, uno M5s e uno Pd, e di un rimpasto relativo a pochi ministeri, uno dei quali andrebbe a Iv). Insomma, congelato – al momento – il battibecco sulla governance e sul Recovery, il confronto potrebbe proseguire in maniera più privata su rimpasto e delega ai servizi.
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Matteo Renzi lancia la palla al premier
Intanto Matteo Renzi diffonde la sua e-news in cui rilancia la palla al premier: la tregua è, appunto, solo una tregua, che dipenderà dalle prossime mosse (e soprattutto risposte) del presidente del Consiglio. “Confidiamo che, con buona pace dei fabbricatori di polemiche, il Presidente Conte questa lettera l’abbia letta. Vedremo se vorrà dare delle risposte. La palla adesso è nelle mani del Premier, dipende solo da lui. Le risposte le deve all’Italia, non a Iv”. Poi Renzi ribadisce: non si chiedono strapuntini ma politica. “Hanno scritto che vogliamo poltrone. Hanno scritto che siamo irresponsabili. Hanno scritto che facciamo tattica. Hanno scritto, ma non hanno letto”. Infine, l’affondo sul prossimo tema spinoso, rilanciato a viso aperto dal leader di Italia viva: “Su ciascun punto continuiamo a insistere, a cominciare dal Mes”.