Delitto Trebaseleghe, nei fogli sequestrati lo sfogo del papà killer: “Vivo nel giudizio costante di tutti”
Emergono nuovi particolari su Alessandro Pontin, l’uomo che ha ucciso qualche giorno fa i suoi figli, Pietro e Francesca di 13 e 15 anni nel sonno a Trebaseleghe (Padova) e poi si è suicidato. Da alcuni fogli sequestrati dagli investigatori è emerso che l’uomo si sentiva giudicato costantemente. La moglie aveva tentato di segnalare alle forze dell’ordine lo strano atteggiamento del suo ex, rivelatosi poi più che pericoloso.
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“Vivo nel giudizio costante di tutti”, scriveva il padre killer. “Vengo giudicato dal mondo che mi osserva e mi critica“. L’ex moglie Roberta Calzarotto, madre dei due adolescenti, ha raccontato che “Alessandro aveva qualche problema con l’alcol, qualche volta era ritornato a casa ubriaco“. Per questo problema i carabinieri lo avevano anche fermato, in passato.
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“Nel 2015 ho chiesto la separazione, non ho mai parlato male con Francesca e Pietro del loro papà, nemmeno quando l’avevo denunciato perché non pagava i 200 euro pattuiti con il giudice… Per qualche tempo non ha pagato gli alimenti, vedeva i nostri figli un po’ quando gli pareva, poi le cose si sono sistemate quando ha racimolato i soldi che mi doveva”. La donna ha anche raccontato che i figli non avevano tanta voglia di stare con il padre, nonostante non fosse violento con loro. La tragedia è avvenuta la scorsa domenica: “Sabato pomeriggio li ho accompagnati a casa del padre, poi non li ho più sentiti. Di certo non potevo neanche lontanamente immaginare quello che sarebbe accaduto la mattina successiva“, chiosa la donna.