Roberto Cauda, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica, in una intervista rilasciata a “Il Messaggero” approfondisce il tema della nuova variante del Coronavirus
Questa nuova variante del Covid-19 sembra diffondersi con maggiore velocità tra i bambini. «E’ una ipotesi molto concreta – afferma Cauda – questo spiegherebbe perché si sta diffondendo tanto rapidamente». Il professore però invita a non fare allarmismo «resta confermato che gli effetti sui bambini, dal punto di vista della malattia, sono fortunatamente poco significativi». Le statistiche dimostrano che tra i nuovi contagiati ci sono soprattutto ragazzi e ragazze con una età inferiore ai 15 anni: «non sappiamo il perché. Ci sono solo delle ipotesi collegate al fatto che le mutazioni interessano la proteina Spike». La rapidità di diffusione fa pensare che sia causata proprio dal fatto che siano nello specifico i bambini ad infettarsi. Questo aspetto viene confermato dal Professore stesso, il quale afferma che «Sì, è plausibile, il bambino porta il virus in famiglia e alimenta la diffusione». In queste condizioni, di conseguenza, si genera una catena epidemiologica, «come avviene con la stessa influenza».
Sulla nuova variante del Coronavirus è stato detto molto, ma Roberto Cauda ci tiene a tranquillizzare la popolazione circa la sua gravità: «Anche l’agenzia europea ECDC ha affermato che non c’è una maggiore gravità». Allo stesso tempo, ha però sottolineato l’aumento dell’Rt, ovvero dell’indice di trasmissione: «questo è un problema perché potrebbe portare a un incremento della trasmissibilità del 70%»
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E per quanto riguarda l’impatto che questa può avere sul vaccino, il Professor Cauda risponde così: «Guardo a questa mutazione con una certa moderata dose di preoccupazione. Tutto sommato però è stemperata dalla presenza del vaccino». A preoccuparlo è «la maggiore velocità di trasmissione – ribadisce – non un aumento della letalità che non c’è né tra gli adulti né tra i bambini».
La nuova forma di Coronavirus era già in circolo da settembre, ma solo tra ottobre e novembre, come ricordato da Roberto Cadua, ha avuto un impatto maggiore. Si è, infatti, registrato un aumento dei contagi portando la curva a toccare «un livello superiore di quello che si sarebbe raggiunto se non ci fosse stata la mutazione»
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A proposito della necessità di vaccinare più persone possibili nel minor tempo possibile, Cadua afferma: «Secondo un osservatorio indipendente sulle vaccinazioni solo 1 su 10 degli abitanti dei Paesi meno sviluppato sarà vaccinato. Se ci vacciniamo tutti nelle nazioni più ricche, ma lasciamo circolare il virus in quelle più povere, il rischio che abbiamo è semplice: il Covid-19 potrebbe tornare». «In realtà, questo è un virus che muta poco – conclude – però, con il tempo potrebbe fare una serie di mutazioni a livello di Spike tali da compromettere l’efficacia del vaccino. Se diamo molto tempo al virus per circolare e mutare, non sappiamo cosa potrà succedere».
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