I big del PD Nicola Zingaretti, Andrea Orlando, Dario Franceschini e Goffredo Bettini hanno concordato la linea sulla crisi, mandando dei segnali a Matteo Renzi.
A frenare i segnali di distensione aperti da Italia Viva questa mattina ci pensa il PD. oco prima che la delegazione dem entrasse a palazzo Chigi per il vertice, Andrea Orlando, Dario Franceschini e Goffredo Bettini avrebbero messo in allarme proprio Matteo Renzi, secondo cui, invece, “qualcosa starebbe cambiando”. “Se Matteo pensa che stiamo bluffando si sbaglia, se fa cadere Conte si va al voto, provare per credere”, sarebbero le parole di Zingaretti, come riportato da La Stampa, dette in risposta a Renzi che ieri mattina aveva a sua volta accusato il PD di star bluffando, dopo l’intervista di Franceschini sul Corriere della Sera.
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I ministri dem sono insomma convinti che con una lista del Premier, una coalizione con Pd e M5S ( senza Matteo Renzi) alleata con la sinistra e centristi alla Calenda, la partita con Salvini potrebbe giocarsi. Ci sono tante domande e tanti nodi da sciogliere sulle ipotesi che si aprirebbero in caso di una caduta di governo. Zingaretti intanto, manda un messaggio a Conte chiedendogli di cambiare marcia e di essere più collegiale.
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“Il governo faccia tutte le cose in sospeso, a partire dalle riforme costituzionali e dalla legge elettorale. Ma tutta questa partita doveva andare in un altro modo”, ha detto Zingaretti. Secondo quanto stabilito il 5 novembre, bisognava fare i due tavoli: uno di governo, per riscrivere il patto di legislatura; un altro sulle riforme. Se si ripartirà, però, i partiti saranno meno uniti nei confronti di Conte rispetto a prima. Il vero sospetto dei de è che “Matteo spinge Di Maio e Zingaretti a fare i vicepremier, perché vuole fare il ministro degli Esteri, per ambire dopo alla carica di segretario generale della Nato”.