Variante Covid, Ricciardi: «Londra ha taciuto 3 mesi, serve lockdown duro»

Per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, bisognava chiudere prima e più a lungo. Scettico sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio

Walter Ricciardi
Walter Ricciardi

«Ciò che mi fa arrabbiare è che gli inglesi sapevano già da settembre che era in circolazione questa variante. Hanno taciuto, non ci hanno avvertito. Ora serve il lockdown. O comunque misure molto severe. La nuova variante di Sars-CoV-2 non è più letale, ma circola con una velocità più alta anche del 70-80%. Dai primi dati inglesi sappiamo che ha tre mutazioni che consentono di penetrare meglio nella mucosa nasale. Sono vicine alla proteina spike, ma non sembrano alterare la capacità protettiva del vaccino». Lo ha dichiarato Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, nel corso di un’intervista con Il Messaggero.

Scetticismo sulle scuole

«In queste condizioni sarà difficile riaprire le scuole il 7 gennaio. A Natale si rischia una nuova impennata dei contagi», ha detto il professore. Che aggiunge: «Chiudere i voli con il Regno Unito è una buona mossa se lo fanno tutti gli altri Paesi. Se lo fa solo uno non serve, bisogna farlo in tutta Europa».

«Siamo rammaricati che il governo inglese ci abbia avvertito solo ora. I colleghi del Regno Unito ci dicono che la mutazione non avrà ripercussioni sulla vaccinazione, ma è vero che causa una contagiosità quasi doppia. La patogenicità è la stessa, ma la virulenza è molto più alta. Io sto predicando da tempo il lockdown più duro; ora, di fronte a questa nuova variante che probabilmente è già in Italia, temo che chiusure severe siano inevitabili».

Divieti a Natale e Capodanno

Secondo l’esperto «il problema non riguarda solo» il periodo delle festività. «Avremo mesi in cui dovremo fare attenzione. Il periodo natalizio è particolare perché normalmente ci sono più incontri familiari e viaggi. Ma dobbiamo entrare nell’ottica che questa sarà una battaglia di lunga durata. Adesso, come nel prossimo futuro, dovremo stare molto attenti».

Ricciardi, inoltre, ritiene insufficienti le misure adottate fino al 6 gennaio. Proprio per la durata: «La circolazione del virus è intensa nel nostro Paese, il numero di infetti è alto. E l’esperienza ci dice che con queste condizioni le misure di contenimento durare di più. Almeno un mese, un mese e mezzo. Di fatto sono 15 giorni. Forse non sarebbe bastato neppure un mese, ma per lo meno Germania e Austria hanno previsto limitazioni per 30 giorni. Si tratta del tempo minimo per vedere qualche effetto».

vaccino covid

I colori delle Regioni

Sulle colorazioni delle regioni per fasce di rischio commenta: «Il sistema dei “semafori” fa sì che le decisioni vengano ancorate a dei dati oggettivi epidemiologici e poi rapportate agli specifici territori. Quello che non funziona è la fretta con cui si passa da un colore all’altro. E spesso il giallo viene interpretato come verde. Le regole vanno rispettate».

Cosa che «la stragrande maggioranza degli italiani» fa, assicura. «Il problema è che c’è una minoranza non marginale che consente la circolazione del virus. Per questo è importantissimo il sistema dei controlli. La stragrande maggioranza delle persone è favorevole a limitare i propri spostamenti, a fare attenzione. Però c’è una minoranza, intorno al 10-20 per cento della popolazione, la quale non è incline a modifiche del proprio comportamento. Se non fai rispettare le regole, incoraggi questi comportamenti».

LEGGI ANCHE: Covid, la variante britannica non è sempre rilevabile

I vaccini

«Di AstraZeneca abbiamo avuto la presentazione dei dati – dice Ricciardi parlando della campagna vaccinale nel Regno Unito – Sappiamo che hanno due protocolli: uno con “dose piena-dose piena” che ha una protezione intorno al 70 per cento, e uno “mezza dose-dose piena” al 90, che però deve essere consolidato da una sperimentazione di fase 3 e serviranno altri mesi. Potrebbero registrare il primo protocollo, che comunque ci darebbe un altro vaccino con una protezione importante, con molte milioni di dosi».

LEGGI ANCHE: Morto lo scienziato russo che stava lavorando a un vaccino

E sull’ipotesi di un doppio vaccino, quello della Pfizer-BioNTech ai più fragili e quello di AstraZeneca ai giovani dichiara: «Dobbiamo studiare tutti i dati ufficiali. Però se il vaccino AstraZeneca fosse comunque molto protettivo, come sembra, sotto i 55 anni, potremmo usare proprio questa strategia. Pifzer e Moderna agli anziani, AstraZeneca, più semplice da somministrare e con una capacità produttiva molto forte, ai più giovani. L’importante è avere più armi: Johnson&Johnson dovrebbe essere pronto a primavera ed è interessante, perché è monodose».

Gestione cookie