Omicidio Padova, il nonno: «Mia figlia aveva parlato di lui ai Carabinieri»

«Nemmeno una bestia ammazza in quel modo i propri figli. Ma che uomo era questo?» queste le dure parole di Aldo Calzarotto, padre di Roberta. Parole che seguono il gesto compiuto da Alessandro Pontin, il quale dopo aver ucciso i suoi due figli, si è tolto la vita.

L’uomo, separato dalla moglie, non pagava gli alimenti in modo adeguato. «Più volte mia figlia era stata a parlare con i carabinieri di quell’individuo che faceva cose strane» dice Aldo Calzarotto.

Francesca e Pietro

Francesca di 15 anni e Pietro di 13 vivevano con la loro mamma, Roberta, nella villetta di campagna dove viveva anche il nonno. «I ragazzi sono morti e io ho perso tutti e due i miei adorati nipoti. Andavo a prenderli a scuola ogni giorno – racconta nonno Aldo – perché mia figlia lavora. Mangiavano con me e mia moglie. Come viviamo senza di loro?»

Le parole del fratello di Roberta

Claudio Calzarotto, fratello di Roberta, commenta così la vicenda e il motivo che ha portato Alessandro Pontin a uccidere i suoi due figli: «Mia sorella percepiva 100 euro al mese per i due bambini. Al magistrato sembrava una cifra non adeguata, eccessivamente bassa. Lei aveva chiesto qualcosa di più, ma proprio questa settimana è stato tutto archiviato e lei era molto arrabbiata. Sembrava che lui non avesse colpe e invece».

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Chi era Alessandro Pontin

Alessandro Pontin

Alessandro Pontin era molto conosciuto a Trebaseleghe, comune della provincia di Padova. Aveva lavorato per un lungo periodo come artigiano parquettista, attività che ha dovuto lasciare poiché le cose non stavano andando bene. Decide, per questo motivo, di reinventarsi e di iniziare una nuova avventura avvicinandosi alle discipline olistiche. Insieme a lui, anche la nuova compagna Luciana Zillo. Su Facebook aveva creato un gruppo “Il mondo riflesso di Alessandro Pontin” per cercare di attirare nuovi clienti.

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