Coronavirus, cos’è la “variante inglese” e qual è la sua origine

Negli ultimi giorni si è diffusa la notizia di una variante del coronavirus che ha iniziato a circolare in Inghilterra: di cosa si tratta?

Coronavirus, cos'è la "variante inglese" e qual è la sua origine - www.meteoweek.com
Coronavirus, cos’è la “variante inglese” e qual è la sua origine – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

Più contagiosa, ma non più pericolosa. Si tratta della variante del coronavirus, scoperta in Gran Bretagna, che sta agitando l’intera Europa. Stando a quanto riporta l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), sulla base dei “segnali preliminari, la variante del Covid-19 che si è diffusa in Gran Bretagna può essere in grado di diffondersi più facilmente tra le persone” e secondo “informazioni preliminari può influenzare le prestazioni di alcuni test diagnostici”. Tuttavia “non ci sono prove che indicano cambiamenti nella gravità della malattia, ma anche su questo aspetto sono in corso valutazioni”.

Cos’è la variante del coronavirus?

Questo è tutto ciò che sappiamo della variante del coronavirus trovata in Gran Bretagna, anche chiamata “variante inglese” perché sequenziata per la prima volta nel Regno Unito alla fine di settembre. Nonostante possa sembrare una scoperta recentissima, il virus circola da quasi tre mesi. Oltre a questo è stato scoperto che il virus ospita al suo interno ben 17 mutazioni – cosa piuttosto insolita, secondo gli esperti – inclusa la proteina spike, che è la chiave con cui il virus entra nelle cellule. Tuttavia non deve sorprendere l’esistenza di una variante del virus Sars-CoV-2. Anzi, già nel mese di luglio 2020 il nuovo coronavirus disponeva di 12 mila mutazioni.

La rapidità della diffusione

Al momento il fattore più singolare della “variazione inglese” è la rapidità della sua diffusione. Questo potrebbe essere un elemento singolare, ma anche no. Come spiegato dagli scienziati, infatti, alcuni coronavirus si diffondono più di altri per puro caso. La velocità con cui questa nuova variante al vaglio degli esperti si diffonde, dunque, deve ancora essere studiata in modo approfondito. Per questo motivo la comunità scientifica sta elaborando ulteriori studi, monitoraggi e ricerche di laboratorio con lo scopo di esaminare l’effetto delle particolari mutazioni presenti in questa variante.

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Qual è l’origine della variante del coronavirus?

Attualmente sono tre le ipotesi sull’origine della “variante inglese”. La prima prevede che si sia sviluppata in un paziente immunodepresso. Questo, una volta contagiato, avrebbe avuto l’infezione per lungo tempo prima di guarire. E così avrebbe favorito l’accumulo di tante piccole mutazioni, 17 per la precisione. La seconda è meno probabile della prima: secondo questa opzione il virus sarebbe passato dall’uomo all’animale, per poi tornare all’uomo dopo essere cambiato. La stessa cosa avvenuta in Danimarca con il virus passato dall’uomo ai visoni, e dai visoni all’uomo. Infine, la terza ipotesi contempla che la variante sia già ampiamente diffusa in tutta Europa e che Londra abbia saputo scovarla per prima, grazie all’azione investigativa.

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Coronavirus, cos’è la “variante inglese” e qual è la sua origine – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

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La variante inglese a Roma

Non sono passati molti giorni dalla notizia, che la variante del virus è stata isolata anche in Italia. Ad annunciarlo è stato il ministero della Salute: “Il Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare del Celio che in questa emergenza sta collaborando con l’Istituto Superiore della Sanità, ha sequenziato il genoma del virus SARS-CoV-2 proveniente da un soggetto risultato positivo con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna”. Nel frattempo sono stati interrotti i viaggi aerei dall’Italia all’Inghilterra e viceversa. Nella nota si spiegava anche che “il paziente, e il suo convivente rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo atterrato presso l’aeroporto di Fiumicino, sono in isolamento e hanno seguito, insieme agli altri familiari e ai contatti stretti, tutte le procedure stabilite dal Ministero della Salute”.

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