Secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe troppo impegnato a litigare con Renzi.
Scomparso. Con queste parole il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, viene definito dal leader della Lega, Matteo Salvini. Stando a quanto dichiarato dal capo del Carroccio, il premier sarebbe troppo impegnato a garantire la stabilità del suo governo e quindi a cercare un punto d’incontro con il partito di maggioranza Italia viva, guidato da Matteo Renzi. In questo modo, tuttavia, il numero uno di Palazzo Chigi trascura quella collaborazione con l’opposizione, tanto auspicata negli scorsi mesi per superare la crisi sanitaria ed economica che sta attraversando l’Italia.
“Conte? È scomparso“, ha annunciato Salvini. E ha sottolineato di aver richiesto un incontro con il premier, in rappresentanza delle forze di centrodestra. Nonostante lui stesso, pochi giorni fa, aveva detto che non si sarebbe presentato come capo politico nel caso di un eventuale governo di destra. “Ho ribadito la mia disponibilità ad incontrarlo come centrodestra unito, ma è scomparso”, ha aggiunto. Il motivo? “È troppo impegnato a litigare con Renzi“. Infine Salvini ha ripetuto: “Noi abbiamo voglia di collaborare: lo abbiamo dimostrato nella Manovra”, ricordando il voto unanime sul Bilancio.
Ma qual è la situazione all’interno del governo? Rientrato l’allarme Mes (Meccanismo europeo di stabilità), scoppiato con la risoluzione sulla riforma del Fondo Salva Stati che il Movimento 5 stelle non voleva votare, è iniziato il dibattito sul Recovery Fund. A mettere i bastoni tra le ruote dell’esecutivo è stato il partito di maggioranza Italia viva, fondato da Matteo Renzi. Contrario alla creazione di una task force di esperti che gestiscano i fondi europei per la ripresa del Paese, l’ex sindaco di Firenze ha iniziato una guerra contro il suo stesso governo. E non sembra avere intenzione di cedere. Tanto che il premier Conte, per mantenere salda la maggioranza, pochi giorni fa aveva anche aperto alla possibilità di un rimpasto che accontentasse i renziani.
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Nonostante il passo indietro del presidente del Consiglio, il partito di Renzi continua a dichiarare che non darà la fiducia al Conte II. A meno che non venga accontentato sulle sue tre principali richieste, illustrate nella lettera scritta dall’ex segretario del Partito democratico al premier: il cambio della cabina di regia per il Recovery, l’adozione del Mes sanitario e la strutturazione dei servizi segreti. L’ultima dichiarazione contro Palazzo Chigi è arrivata dal deputato Ettore Rosato, che ha affermato: “Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva. O il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è un’esperienza finita”. Affermazione da cui si è subito distanziato il Pd.
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Dopo la tournée della settimana scorso, culminata con l’incontro Renzi-Conte, lunedì 21 dicembre inizia un nuovo giro di confronti tra il premier e le forze di maggioranza. Ad aprire le danze sarà il Movimento 5 stelle, con un incontro fissato per le 15. Alle 19 è atteso l’incontro con la delegazione del Pd. Martedì 22 dicembre, infine, toccherà alla delegazione di Italia Viva e poi Leu. Il piano prevede un confronto immediato sul Recovery Plan e, subito dopo, la verifica vera e propria del programma di governo. Di nuovo.
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