Elezioni comunali 2021, a Roma si candida Calenda: “Il Pd si decida, a febbraio inizio la campagna e non faccio passi indietro”. Ancora incerto l’appoggio di Zingaretti al leader di Azione.
Ancora in stallo la candidatura di Calenda a sindaco di Roma, che da mesi ormai cerca di capire se potrà vantare o meno l’appoggio del Pd. Già qualche giorno fa, non a caso, il leader di Azione aveva spiegato di aver parlato con il segretario di partito Zingaretti “170 volte”, e non aver ancora capito “cosa voglia fare”. Non dipendo dalle scelte degli altri”, aveva sentenziato Calenda durante un’intervista su Radio Capital, mentre discuteva della sua candidatura alle elezioni comunali del 2021.
Ad oggi, il leader di Azione torna ancora a parlare di questo “dialogo mai partito” tra lui e il Partito Democratico – con il quale non esclude “un accordo con i 5 Stelle a Roma”.
“Se mi ritirassi domani, loro chi candiderebbero?”
“Devono decidere. Io a febbraio parto con programma, squadra e campagna“. Queste che le parole del candidato a sindaco di Roma, Carlo Calenda, rilasciate durante l’ultima intervista de La Stampa. E alla richiesta del segretario Zingaretti di “dissolvere il partito”, Calenda risponde a tono: “Sarebbe una follia pensare che io, dopo un anno, cancelli un partito come Azione, che sta al 4%, che ha superato Leu e Italia viva, che sta crescendo, che ha 400 gruppi sul territorio e ventimila iscritti. Il polo della serietà e del pragmatismo, un polo indipendente da populisti e sovranisti che prenda l’8-10% alle prossime elezioni sarà determinante per non consegnare l’Italia a populisti e sovranisti”.
Determinante, questo, “anche per il Pd”, spiega poi Calenda, mentre sottolinea che su Roma non ha “alcuna intenzione di fare un passo indietro”. “Se mi ritirassi domani – prosegue il leader di Azione – loro chi candiderebbero? È tutto un gioco di rumori che non ha niente a che fare col lavoro serio che va fatto su Roma. Ma è tempo di muoversi. Dopodiché se Zingaretti, che è il segretario del primo partito a Roma decide di candidarsi, come i suoi lasciano ogni tanto trapelare, io dico discutiamone. Ma se così non è, facciamola finita con questo tira e molla e iniziamo a lavorare per Roma”.
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“Il governo è fallito”
Durante la stessa intervista, Calenda ha anche parlato di com questo governo sia “fallito” – fatto che, spiega il leader di Azione, “sanno benissimo i partiti che ci stanno dentro”. Per il candidato sindaco, infatti, si tratta di un esecutivo ormai “esausto”, “come ci conferma la classifica del Financial Times per il quale l’Italia è il Paese che sul fronte Covid economico e sanitario, è andato peggio al mondo, a parte il Perù”.
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“Serve un governo che abbia capacità amministrative“, ribadisce Calenda; un esecutivo “guidato da Mario Draghi o da un’altra figura di garanzia, di alto standing internazionale”. “Nel merito quello che dice Renzi è giusto. Ma se apri una crisi, devi avere chiaro l’approdo che deve essere diverso e migliore del precedente. Se apri invece una crisi per fare un rimpasto in mezzo ad un pandemia, allora sei matto. Diverso il discorso se il punto di caduta fosse un presidente del Consiglio diverso, dei ministri più capaci e una maggioranza più ampia”, ha infine evidenziato il leader di Azione, sempre alle penne de La Stampa.