Ristoranti, alberghi e attività tremano all’idea di un nuovo lockdown nazionale: le restrizioni di Natale possono costare altri 10 miliardi sul fatturato, e perdite fino all’80% rispetto al normale.
Il governo è al tavolo per delineare ufficialmente quelle che saranno le nuove restrizioni incluse nel nuovo Dpcm (o nel decreto), che porterà l’Italia in zona rossa per almeno i giorni festivi e prefestivi relativi alle festività natalizie. Una nuova stretta, questa, che nel peggiore dello scenario rischia di tradursi in un lockdown continuo per tutte e due le settimane di vacanze. Ma che rischia anche – e conseguentemente – di costare perdite da dieci miliardi di euro a ristoranti, bar e negozi.
Un Natale in rosso, per questo sfortunato 2020. Tra i settori più colpiti dalla crisi economica, relativa alle dovute restrizioni anti Covid, si contano quello del turismo e della ristorazione. In particolare quest’ultimo, che normalmente fattura quasi 300 milioni di euro soltanto nel periodo festivo, ad oggi rischia di perdere 3 miliardi di fatturato. Drammatica è però anche la situazione alberghiera, che come prevede Federalberghi subirà un calo dell’80% delle entrate.
Ma anche il settore del commercio è in balia di conti in negativo: per quanto riguarda le attività di vendita al dettaglio, infatti, sono previsti 7 miliardi di perdite, a causa dei mancati acquisti di beni e prodotti. A calcolare questo difficile panorama è stata Confesercenti, e a commentarle è stato anche il il direttore generale di Fipe-Confcommercio.
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“A causa del clima d’incertezza ci sono in questo momento oltre centomila ristoranti con i frigoriferi pieni in vista del pranzo di Natale e che in caso di zona rossa totale dovranno buttare nel complesso più o meno 200 milioni di euro di derrate alimentari già acquistate“, ha spiegato infatti per il Messaggero Roberto Calugi. E ha proseguito: “Se il settore rimarrà fermo anche nei giorni di festa, più della metà delle imprese della ristorazione non riuscirà a onorare le tasse prorogate ad aprile, dal momento che i ristori non bastano minimamente a coprire le perdite”.
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I gestori delle attività tremano davanti all’idea di una nuova chiusura nazionale, proprio in concomitanza delle festività natalizie. Al momento si parla di 60 mila imprese della ristorazione a rischio chiusura, e di 300 mila posti di lavoro a richio licenziamento. Confesercenti, interpellata dal Messaggero, in questo senso è molto chiara: “Un blocco tra Natale, Capodanno ed Epifania comporterebbe per negozi e pubblici esercizi una perdita di 10 miliardi di euro, di cui 3 miliardi circa di consumi in bar, ristoranti e altri esercizi di somministrazione e 7 miliardi in acquisti di beni e prodotti”. Mentre nel turismo, a rischio chiusura sono 150 mila imprese – per un totale di 450 mila posti di lavoro.
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