La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, ospite a Otto e Mezzo su La7, commenta le tensioni interne alla maggioranza. A proposito dell’incontro previsto per oggi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader di Italia viva Matteo Renzi, Zampa commenta: “Conte si porti un amuleto. Mi pare un po’ irrazionale il modo in cui viene gestita la cosa, durante una crisi di queste dimensioni”.
“Conte si porti un amuleto, gli serve, anche in vista dell’incontro con Renzi”. Così la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa parla, ironicamente, dell’attuale clima di tensione interno alla maggioranza, in cui da settimane si discute di rimpasti, rimpastini, cambi di governo, elezioni, governi tecnici e via dicendo. Insomma, Conte barcolla e Zampa gli consiglia di fare appello a tutte le forze che potrebbero aiutarlo, comprendendo – scherzosamente – anche la magia. La sottosegretaria prosegue: “Credo che in questo momento bisogni essere anche aiutati, diciamo, mi pare un po’ irrazionale il modo in cui viene gestita la cosa, durante una crisi di queste dimensioni. Io amo molto la politica, ma ho avvertito fortemente il distacco della politica dalla realtà, una realtà molto difficile. Il mio invito alla maggioranza è di rendersi conto che non è il caso neanche di aprire alle voci di crisi”.
In sostanza, la sottosegretaria ribadisce: c’è molto da fare, tra gestione dell’emergenza, campagna di vaccinazione e riapertura delle scuole, non è tempo di crisi. E proprio a proposito delle scuole in relazione alle imminenti strette natalizie, la sottosegretaria Sandra Zampa commenta: “Anche per questa ragione è necessario che noi oggi abbassiamo notevolmente la curva. In questo momento una chiusura penalizza meno il paese (ndr. perché molte attività sarebbero state chiuse ugualmente per il periodo natalizio), gli permette di raggiungere i numeri più bassi che ci eravamo dati come traguardo, per riaprire le scuole e iniziare la campagna vaccinale. Noi abbiamo 4 regioni simili al Veneto, cioè non esattamente in linea con le altre regioni dove la curva scende di più. Chiudere ora è fondamentale per riaprire la scuola”, conclude Sandra Zampa. Insomma, un’altra volta bisogna scegliere tra economia, salute e future generazioni. Prima abbiamo scelto la salute, poi l’economia con la riapertura dei negozi e gli inviti a spendere, ora è il momento delle future generazioni. La copertina che copre un po’ tutti, ma a turno.
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Intanto, nella maggioranza si resta in attesa di una svolta: previsto per questa l’incontro tra il premier Conte e la delegazione di Italia viva. In una lunga lettera già inviata a Conte e resa pubblica questa mattina su Facebook, Matteo Renzi ribadisce: “Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di € sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: ‘Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente'”. Insomma, tra le altre cose, la partita – stando a quanto sostenuto dal leader di Iv – si giocherebbe su questo: governance del Recovery e contenuti. In caso di esito negativo, Italia viva ha già fatto sapere che le sue due ministre sono pronte a rimettere il mandato. Lo scenario delle dimissioni potrebbe avverarsi – fa sapere ancora Iv – se il premier dovesse dire di no alle proposte del partito: tra queste, ridimensionamento della task force, adesione al Mes e progetti concreti (oltre alla delega dei servizi segreti).
Di fronte alle richieste avanzate, però, il premier Conte apre al dialogo ma frena alle pretese di vittoria tout court: “Da parte di Italia viva presentare proposte ‘prendere o lasciare’ sarebbe sbagliato e irresponsabile“. Poi ancora: “Una crisi non farebbe bene al Paese e all’elettorato di Pd, 5 Stelle e Iv”. Poi la notizia: il premier fa sapere che ha intenzione di sentire Mario Draghi, il Draghi nominato anche nella lettera di Renzi (e non a caso), quel Draghi invocato come sostituto di Conte (o almeno come suo consulente). Insomma, entrambi i fronti ribadiscono le proprie posizioni, pur invocando un dialogo.
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Probabilmente non si arriverà a una vera e propria rottura, o almeno non in questo momento. Troppo alta la posta in gioco (che comprende anche la legge di Bilancio). Piuttosto, uno scenario possibile potrebbe comprendere un rimaneggiamento degli equilibri attuali: dalla squadra di governo al programma di maggioranza. Uno scenario preoccupante, soprattutto in un momento come questo. Ma è preoccupante anche perché il pessimo orizzonte del rimpasto e dei giochi di Palazzo incontra – effettivamente – un’altra realtà che è difficile ignorare: gli errori del governo ci sono stati, e non di piccole dimensioni. Ora bisognerà attendere per capire se l’esigenza di questo “cambio di passo” si tradurrà in una reale modifica dei programmi o semplicemente in qualche cambio di poltrona.
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