Lockdown di Natale, Zaia: “Non faremo barricate, ma servono certezze”

Il governatore del Veneto Zaia ha dichiarato che rispetterà le linee guida del Governo, a patto che vengano date certezze ai lavoratori.

Lockdown di Natale, Zaia: "Non faremo barricate, ma servono certezze" - www.meteoweek.com
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Credit: Luca Zaia Facebook

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nei giorni di Natale rispetterà le linee guida del Governo, ma solo se verranno assicurati nuovi indennizzi alle attività che resteranno chiuse. Lo ha dichiarato proprio il governatore, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. A Natale, ha detto, “chiudiamo, ma a patto che ci siano i ristori in percentuale sulle perdite di fatturato. Anche perché per ristoratori e negozianti il periodo delle feste natalizie è uno dei più redditizi dell’anno e perderlo sarebbe l’ennesima batosta per i lavoratori.

Misure di sicurezza e ristori per i lavoratori penalizzati

Il presidente del Veneto si è poi raccomandato sulle misure da attivare nei giorni prefestivi, in vista di un eventuale lockdown di Natale. “Se è vero che si pensa a una misura dal 24 sarà fondamentale, in sicurezza, lasciare spazio nei prossimi giorni ai cittadini di fare la spesa. E per il giorno di Natale, adottando il modello tedesco, pranzi limitati alla stretta cerchia famigliare“.

Se queste richieste venissero accolte, noi non faremo barricate se il governo vuole chiudere perché prima di tutto viene la salute della gente, ma – ha sottolineato ancora Zaia – non possiamo chiedere ai cittadini sacrifici se non c’è certezza sui ristori. Non si può fare gli eroi con il portafoglio degli altri”.

Le differenze tra Italia e Germania

La Germania ha attivato il lockdown per le feste natalizie e il giorno successivo si è iniziata a valutare la stessa ipotesi per l’Italia. Opzione che tanti acclamano dal Governo, ma che rappresenta l’ennesimo sacrificio richiesto ai cittadini. La stessa cosa pensa Zaia, che durante l’intervista ha ricordato i motivi per cui il popolo italiano potrebbe reagire in modo molto diverso dai tedeschi.

“Le differenze tra noi e la Germania sono almeno due: la prima è che hanno un governo più credibile che fin dal primo lockdown aveva fatto la scelta di intervenire sul delta del fatturato delle aziende confrontato con i mesi dell’anno precedente”, ha spiegato Zaia. E ha continuato: “La seconda è che i cittadini sanno che nel momento in cui sono costretti a rimanere a casa avranno il bonifico sul conto corrente e non le lotterie, i ristorini, le mance”.

Leggi anche: Stop alla patrimoniale: ritirati gli emendamenti alla Manovra di Bilancio

Gli ospedali sotto pressione

Lockdown di Natale, Zaia: "Non faremo barricate, ma servono certezze" - www.meteoweek.com
Lockdown di Natale, Zaia: “Non faremo barricate, ma servono certezze” – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

Cenone o non cenone, veglione o non veglione, Zaia è infine tornato a parlare di ciò che conta davvero in questo periodo. Cioè dei pazienti malati, ricoverati, e delle strutture ospedaliere che li ospitano. Per farlo, il governatore ha fatto riferimento ai numeri della sua Regione: “Il vero tema è la pressione ospedaliera; anche in questo caso però bisogna capirsi: il 31 marzo abbiamo avuto il picco nelle nostre terapie intensive con 356 ricoverati e il primo aprile la punta massima di ricoverato Covid non in terapia intensiva con 2068 pazienti. Oggi abbiamo 373 terapie intensive, più o meno in linea con marzo, però abbiamo un terzo in più di ricoverati“.

Leggi anche: Spostamenti per i piccoli Comuni, approvata la mozione sul Natale

A dispetto di chi da mesi ripete che questa seconda ondata è meno pesante della prima, e che il coronavirus si è modificato diventando più debole, Zaia ha raccontato la situazione del Covid in Veneto. E ha spiegato: “Vuol dire che, non avendo avuto misure restrittive come a marzo e maggio, l’infezione pesa per due motivi: il primo è che il distanziamento sociale oggi da noi non c’è; l’altro, di cui nessuno parla, è che il lockdown di marzo aveva eliminato tutta una serie di accessi alle terapie intensive che invece oggi funzionano”. 

Gestione cookie