Mancherebbe all’appello la somma di 50 mila euro, che il figlio Shepetim Pasho aveva ricevuto da un’assicurazione.
La trama s’infittisce: dopo la scoperta dei cadaveri contenuti nelle valigie, oggi nel mirino degli inquirenti ci sarebbe anche una somma molto cospicua da attribuirsi al figlio della coppia.
Taulant Pasho, attualmente latitante in Italia, il figlio di Shpetim e Teuta è stato rintracciato. Fonti dell’Interpol hanno comunicato ai carabinieri che il giovane è detenuto in un carcere della Svizzera. Taulant Pasho era sparito nel nulla nel 2016, insieme ai genitori. L’uomo era evaso dagli arresti domiciliari e secondo le indagini degli inquirenti lo collocherebbero in Svizzera. La somma mancante pari a 50.000 euro il detenuto l’aveva ricevuta da un’assicurazione come risarcimento per un incidente. Il movente del duplice omicidio e dell’ efferato depezzamento dei cadaveri dei coniugi potrebbe essere proprio questo.
Le indagini sono ancora in corso. L’attenzione degli investigatori si era concentrata in un appartamento in via del Pantano 16, poco distante dal carcere di Sollicciano dove Taulant ha vissuto con la fidanzata Elona, fino alla sua scomparsa. Sarebbe la cantina il luogo dove tutto avrebbe avuto inizio. La casa sarebbe stata oggetto di gnalazioni fatte da alcuni condomini per un odore nauseabondo, tipico dei cadaveri putrefatti, che ne fuoriusciva.
Fu proprio in quel box che i carabinieri trovarono sei chili di marjuana che portò all’arresto del figlio della coppia, anche se il giallo non si era ancora esaurito.
I vicini della casa di via del Pantano raccontano che gli odori cessarono un paio di anni fa quando gli occupanti dell’appartamento vennero sfrattati e arrivarono nuovi inquilini. Taulant, secondo alcune testimonianze dovrebbe essere stato l’ultimo dei figli a vedere i genitori.
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I resti dei coniugi Shpetim e Teuta, scomparsi da anni, sono stati trovati la scorsa settimana per caso da un anziano contadino mentre stava lavorando nel fossato in fondo al suo orto. Il pensionato è certo che due anni fa non ci fossero, perché aveva ripulito tutta l’area. Le date a questo punto diventano fondamentali per ricostruire l’intera vicenda.
Se così fosse vuol dire che per tre o quattro anni i corpi sono stati nascosti in un altro luogo. Ma dove? Una cella frigorifera di una casa? Per qualche necessità uno o due anni fa sono stati poi spostati e gettate sotto la superstrada. Di certo gli inquilini dell’appartamento di via del Pantano sono stati sfrattati nel 2018 ma in quel periodo era già iniziata la latitanza.
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A questo punto le indagini avranno enorme importanza nel ricostruire il bandolo della matassa per ridare giustizia alla coppia ritrovata all’interno delle valigie. Shpetim e Teuta attendono da anni che venga fuori la verità sulla loro morte.
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