Val d’Aosta, sotto inchiesta due ex governatori per concorso esterno in associazione mafiosa. Ecco che cosa è successo
Sono finiti sotto inchiesta, indagati per concorso esterno in associazione mafiosa Renzo Testolin, ex governatore della Val d’Aosta e oggi consigliere regionale dell’Union valdôtaine, l’ex presidente della Val d’Aosta Laurent Viérin e l’ex consigliere regionale Luca Bianchi. L’indagine è scattata dopo che atti della sentenza del processo Geenna trasmessi dal Tribunale di Aosta alla Dda di Torino, segnalavano “indizi del reato” a carico dei due ex presidenti.
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Il collegio guidato dal giudice Eugenio Gramola aveva scritto che è “significativo, ai fini della prova dell’importanza che la ‘ndrangheta valdostana aveva assunto nella politica locale, che ben tre presidenti della Regione autonoma Valle d’Aosta, succedutisi nel tempo, si siano rivolti al sodalizio criminale per ricercarne il sostegno elettorale. Si ricordi infatti che Laurent Viérin era all’epoca delle elezioni regionali” 2018 “il presidente della Regione in carica, Pierluigi Marquis lo era stato dal 10 marzo 2017 all’11 ottobre 2017 e Renzo Testolin lo sarebbe stato a breve, ossia dal 16 dicembre 2019“. Testolin e Viérin, quindi, sarebbero stati eletti “con il sostegno della ‘ndrangheta“, mentre un terzo governatore, Marquis, ne avrebbe richiesto l’aiuto “ma non lo ha ottenuto“.
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Secondo i giudici “l’importanza assunta dal sodalizio criminoso è poi attestata dall’interessamento dei vertici della politica valdostana verso i fratelli Di Donato“, condannati lo scorso luglio dal gup di Torino in un processo parallelo, “chiaramente percepiti come soggetti potenzialmente in grado di condizionare le preferenze elettorali degli elettori valdostani di origine calabrese, residenti in Aosta e nelle immediate vicinanze“.
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“Eloquenti al riguardo”, chiosa infine il collegio, “appaiono le lamentele di Laurent Viérin per l’assenza di Roberto Di Donato al pranzo elettorale presso il ristorante La Grotta azzurra; l’interessamento di Pierluigi Marquis per lo stesso Di Donato, clamorosamente rifiutato da quest’ultimo, a riprova dell’importanza assunta dallo stesso Di Donato nel condizionamento delle preferenze elettorali; l’atteggiamento affettuoso e riconoscente di Renzo Testolin verso Alessandro Giachino (addirittura proseguito durante la detenzione di quest’ultimo); l’assoluta dipendenza di Marco Sorbara da Antonio Raso; il continuo sostegno elettorale del sodalizio e di Giachino in particolare verso Luca Bianchi“.