Una coppia e i loro figli di 3 e 12 anni sono stati trovati morti in casa da un familiare allarmato per la loro sparizione.
Sconvolgente la notizia dello sterminio di una famiglia all’interno della loro casa: un adolescente è stato accusato di aver assassinato due adulti e due bambini di 3 e 12 anni. È successo a Cemetery Hill Drive a Elkview, nel West Virginia.
A scoprire i cadaveri è stato un parente della famiglia che, da alcune ore, non riusciva a mettersi in contatto con loro. L’arrivo a casa e la macabra scoperta domenica mattina: ha trovato la porta principale aperta e i cadaveri dei suoi parenti, tutti uccisi a colpi di pistola, sul pavimento. Nessuna spiegazione apparente per l’accaduto. Mike Rutherford, lo sceriffo della contea di Kanawha, ha reso noto che un quinto residente della casa, un membro della famiglia di 16 anni, è stato trovato al sicuro in un’altra abitazione. Domenica sera la polizia ha dato la notizia che un minorenne è accusato per i quattro omicidi, non chiarendo, tuttavia, se si trattava di lui o di un altro adolescente suo amico.
«Viviamo in un quartiere tranquillo, non abbiamo sentito nulla – ha raccontato una vicina di casa, Samra Mullins – Quello che è successo è scioccante. Non ti aspetti mai che possa capitare nella casa accanto alla tua. Siamo già sotto stress per l’emergenza Covid e questa è un’ulteriore cattiva notizia».
Lo sterminio di familiari è raro ma non quanto si possa pensare soprattutto negli Stati Uniti: in America qualche anno or è fece scalpore l’omicidio condotto da una ragazza Erin Caffey insieme al fidanzato nei confronti di madre e fratello. La giovane poco dopo avrebbe fatto l’amore con il compagno prima di essere arrestata. Il padre l’ha perdonata. In Italia simile fu il caso di Novi Ligure ma anche quello di Pietro Maso.
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Aiutato da tre amici, il 17 aprile 1991, nella sua casa di Montecchia di Crosara uccise entrambi i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari al fine di appropriarsi della sua parte di eredità. Venne arrestato il 19 aprile 1991 e poi condannato definitivamente a trent’anni di carcere, con il riconoscimento della seminfermità mentale al momento del fatto. Pietro è tornato in libertà nel 2015; successivamente è stato ricoverato in clinica psichiatrica dal marzo 2016. Ai suoi complici, Giorgio Carbognin e Paolo Cavazza, è stata inflitta una pena di ventisei anni.
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Stesso destino anche per la famiglia di Elia Del Grande con condanna simile, anche se a perdere la vita, in questo caso, fu anche il fratello del condannato. Un passato violento nella maggior parte dei casi, la militanza e poi l’abbandono dei freni inibitori. Circostanze ancora da chiarire per quest’ultima strage che potrebbe però ricalcare lo stesso copione.