Orrore a Firenze: forse è svolta sul giallo dei cadaveri fatti a pezzi e nascosti in valigia. Potrebbe trattarsi di una coppia albanese scomparsa a novembre 2015. Indizio importante sarebbe il tatuaggio di un’ancora ritrovato sul braccio dell’uomo.
Sono emersi nuovi dettagli in merito al giallo legato al ritrovamento dei resti umani ritrovati all’interno di tre valigie in quel di Firenze. Si tratta di arti e busto in avanzato stato di “saponificazione” e rinvenuti lo scorso 9 dicembre in un terreno in esterno al carcere di Sollicciano. A compiere quell’orrifica scoperta è stato l’anziano proprietario del terreno (un uomo di 74 anni), che avrebbe poi avvisato tempestivamente le autorità.
Scattate immediatamente le indagini, a distanza di qualche giorno pare si arrivata la svolta: non una ma due le vittime fatte a pezzi e nascoste in quei bagagli abbandonati nel campo. A rivelarlo gli esami e l’autopsia effettuata in settimana, che indentificano i resti umani come appartenenti a un uomo e a una donna. Gli inquirenti stanno ricollegando i cadaveri a quelli di una coppia scomparsa nel 2015: si tratta di Shpetim e Teuta Pasho, marito e moglie di origini albanesi spariti nel nulla durante una visita ai figli a Castelfiorentino.
“Ero curioso di capire che cosa c’era dentro. Era grande, tipo trolley anche se ridotta male. Dentro c’era un’altra valigia più piccola. Ho aperto anche quella e mi sono trovato davanti a una coperta e lì dentro c’erano le membra di un uomo“. Con queste parole il signor Michele, 74enne in pensione, ha raccontato alle autorità quegli attimi d’orrore. Grazie all’esame autoptico svolto presso l’istituto di medicina legale dalla dottoressa Martina Focardi, incaricata dalla pm Ornella Galeotti, è stato scoperto che quei resti non appartengono soltanto a un uomo, quanto anche a una donna.
E ancora, a gettare luce sul macabro episodio è stato un indizio molto importante: il tatuaggio di un’ancora con una scritta in albanese, disegnato sul braccio del cadavere appartenente all’uomo. Indizio che riporta gli inquirenti sulle tracce della coppia la cui scomparsa era stata denunciata nel novembre 2015. Shpetim e Teuta Pasho, marito e moglie, infatti, sono spariti nel nulla dopo aver fatto visita ai loro figli in quel di Castelfiorentino.
Come spiegato da “Chi l’ha visto?“ (la cui redazione aveva ricevuto segnalazione dalla figlia dei coniugi), i due avrebbero affittato un appartamento a Scandicci per stare vicini a uno dei loro figli, detenuto proprio nel carcere di Sollicciano – poco distante dal macabro ritrovamento.
Dall’analisi dei resti ritrovati nelle valigie, l’uomo sarebbe stato accoltellato alla gola, mentre la donna picchiata a morte e strangolata. In particolare, sul cadavere della moglie sarebbero stati riscontrati più colpi al volto e alla testa, la frattura dell’osso ioide e di diverse costole. In seguito, spiegano gli inquirenti, i corpi privi di vita sarebbero stati avvolti con del nylon, della pellicola e del nastro adesivo, così da rallentarne la decomposizione. Infine, sarebbero stati fatti a pezzi (“con tagli netti”) e rinchiusi e occultati in quei bagagli abbandonati a una decina di metri l’uno dall’altra – probabilmente gettati dal ponte della superstrada Fi-Pi-Li e da un’auto che transitava bassa velocità.
I corpi smembrati sarebbero stati occultati e suddivisi in tre valigie: nella prima è stato nascosto il busto e la gamba dell’uomo, mentre in un secondo bagaglio sono state occultate due gambe di donna. Nella terza valigia, scoperta ieri durante le perlustrazioni, è stato invece ritrovato il tronco di una donna. In uno dei tre bagagli dell’orrore, poi, sarebbe stato trovato anche un tipo di imballaggio riconducibile a un piumino.
Le valigie sono state ritrovate ricoperte di terra e forate da alcune radici. Ciò porta gli inquirenti a supporre si trovassero lì da diverso tempo, ma non più due anni – dato che il proprietario del terreno ha sottolineato come due anni fa era stata effettuata una pulitura approfondita dell’area. I cadaveri, però, potrebbero risalire anche a diverso tempo prima. Nel frattempo le perlustrazioni dell’area continuano, anche attraverso l’uso delle unità cinofile. Gli agenti, infatti, sono alla ricerca di una quarta valigia che contenga ulteriori resti del cadavere femminile.
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Sui risultati delle indagini si è espressa la figlia della coppia scomparsa a cui sono attribuiti i cadaveri, ovvero Dorina Pasho. “Ho parlato con i carabinieri e sto aspettando le risposte da loro per andare a fare il test del Dna“, ha raccontato alla stampa. E ha poi commentato: “Non vorrei parlare con nessun giornale finché non escono le cose vere dalle forze dell’ordine presenti, chiediamo tranquillità perché non sappiamo nemmeno noi se i corpi ritrovati siano loro o meno”.
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Ma ad attendere ulteriori aggiornamenti in merito alla macabra faccenda è anche il sindaco Castelfiorentino, Alessio Falorni. “In questo momento notizie precise non ce ne sono, se non la terribile scoperta dei cadaveri e della loro orrenda fine”, ha spiegato il primo cittadino ai media nazionali. E ha proseguito: “Attendiamo l’evolversi delle indagini, e elementi più certi, nel rispetto di tutti i coinvolti, e dei possibili coinvolti, da questa vicenda. Ho appreso in questi giorni dai giornali della macabra vicenda. Ancora più agghiacciante, se possibile, è scoprire oggi che questa vicenda potrebbe essere legata in qualche modo anche a Castelfiorentino”.
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