Equivale a circa una mensilità retributiva e quest’anno potrebbe essere più bassa che mai; in arrivo nei prossimi giorni.
Siamo in tempi di tredicesima: dicembre è il mese in cui storicamente si assiste all’arrivo di soldi extra che dovrebbero servire per il Natale ma che poi vengono sempre utilizzati per pagare bollette accumulate nei mesi passati. Ai pensionati la tredicesima è già stata versata, mentre ai dipendenti pubblici verrà corrisposta entro venerdì. Equivale a circa una mensilità retributiva ma quest’anno potrebbe avere un sapore dolce e amaro a causa di tutti i mesi di cassa integrazione a cui molti dipendenti sono stati sottoposti.
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Per i lavoratori delle aziende private il pagamento della mensilità aggiuntiva è stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro, ma di norma avviene entro Natale anche nel loro caso. Durante l’anno i dipendenti pubblici ricevono il salario dopo il 20 del mese, ma a dicembre l’erogazione di stipendio e tredicesima viene anticipata a prima dell’inizio delle festività natalizie. Il calcolo della tredicesima è stabilito dai singoli contratti collettivi e dipende dalla retribuzione globale percepita: ecco perché quest’anno rispetto agli anni passati potrebbe subire una variazione.
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Quest’anno la tredicesima arriverà nei portafogli di 16 milioni di pensionati e di 18 milioni di lavoratori dipendenti e l’importo complessivo di queste 34 milioni di gratifiche natalizie ammonterà a 30 miliardi di euro, con una differenza complessiva di quasi 3 miliardi rispetto agli anni precedenti. La buona notizia per statali (e pensionati) e che la riduzione non li riguarda, come non concerne i dipendenti privati. Molti sono sottoposti alla cassa integrazione, nonostante siano costretti comunque a lavorare a ritmi estenuanti.
L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha fatto sapere: «Il virus purtroppo ha alleggerito le tredicesime di tanti dipendenti del settore privato. Dall’inizio dell’emergenza, infatti, almeno 6,6 milioni di lavoratori sono finiti in cassa integrazione e molti di questi a zero ore. Questa situazione non ha consentito a tante persone di maturare il rateo mensile che definisce economicamente la gratifica, alleggerendone quindi l’importo finale di circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta».
C’è da chiedersi quando e se questa tendenza verrà invertita. La crisi economica sta piegando i lavoratori che spesso hanno persino avuto difficoltà ad arrivare a fine mese. Le simulazioni mostrano tagli davvero consistenti:
- Per un dipendente che tra aprile e maggio ha effettuato 2 mesi di Cig a zero ore la perdita della tredicesima ammonta a 278 euro medi (il 16,6% dell’importo);
- con 4 mesi in Cig il taglio arriva a 556 euro medi (il 33,3% dell’importo);
- con 6 mesi di integrazione salariale a zero ore la decurtazione invece sale a 834 euro medi (il 49,9% del totale);
in caso di cassa integrazione da aprile a dicembre, si arriva a una penalizzazione intorno ai 1.503 euro medi (il 90 % del totale).
Cifre importanti che non lasciano molta speranza ai lavoratori che dovranno riceverla.