Infermiera rifiuta di vaccinarsi, sentenza le dà ragione:”Non può essere sospesa da lavoro”. Ecco che cosa è successo
Un’infermiera ha deciso di non vaccinarsi contro l’influenza come aveva stabilito l’assessorato regionale alla Sanità della Sicilia. La donna aveva presentato ricorso contro il decreto in cui si stabilisce l’obbligo del vaccino antinfluenzale per medici e operatori sanitari siciliani. Il sindacato Nursind, cui l’infermiera è iscritta, ha protestato asserendo che tale atto amministrativo non avrebbe dovuto avere la meglio sul rispetto del principio “di autodeterminazione del cittadino e del lavoratore” e del “diritto al lavoro” che, a detta del sindacato, sarebbe stato minacciato da una ipotetica “sospensione temporanea del lavoro di quanti non si volessero sottoporre al vaccino“.
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Si tratta di un episodio che ha grosso rilievo in virtù dei riflessi che potrebbe avere sul personale sanitario per ciò che concerne la futura vaccinazione contro Covid-19. L’assessorato regionale alla Salute aveva infatti stabilito “l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale” per medici e personale sanitario. “La mancata vaccinazione, non giustificabile da ragioni di tipo medico, comporta l’inidoneità temporanea, per tutto il periodo della campagna, allo svolgimento della mansione lavorativa”, si era deciso.
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L’assessorato alla Salute aveva precisato, in merito alla scelta presa e durante la propria difesa contro la ricorrente, che la suddetta disposizione sul vaccino è “una vera e propria misura di civiltà che la Regione, secondo il dettato di cui all’articolo 32 della Costituzione, per motivi di equità e di universalità aveva inteso offrire gratuitamente alla collettività, nell’evidente intento di salvaguardare la salute pubblica e di ridurre le conseguenze della pandemia”.
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Il giudice del Lavoro ha invece sentenziato che “la normativa volta a contrastare la diffusione del Covid 19 non ha introdotto un obbligo vaccinale per il personale sanitario, il cui mancato assolvimento determina inidoneità al lavoro”. Tra l’altro, citando una sentenza del Tar del Lazio, il giudice ha sottolineato che l’introduzione dell’obbligo del vaccino non è di competenza regionale.