Malalai Maiwand, attivista per i diritti delle donne e nota anchorwoman della tv afgana è rimasta vittima di un attentato con il suo autista.
Era famosa per la sua battaglia per i diritti delle donne ma oggi Malalai non potrà più combattere perché è rimasta vittima di un attentato da parte dei talebani. La giornalista afghana Maiwan è stata uccisa da un gruppo, suscitando una ondata di protesta internazionale. L’agguato glielo hanno teso di mattina presto, lei era insieme al suo autista quando un manipolo di uomini armati ancora non identificati le hanno sparato nella città di Jalalabad, mentre si stava recando in ufficio, come ogni giorno.
Malalai Maiwand era conosciuta a livello internazionale per le sue battaglie. Lavorava per Enikas Radio e TV a Nangarhar, ma soprattutto si batteva per una società basata sul diritto, sulla uguaglianza. Al momento nessuno ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, ma la Reuters ha citato il portavoce del ministero degli Interni afghano Tariq Arian, affermando che – negli ultimi 15 anni – i Talebani sono dietro la maggior parte degli attacchi contro i giornalisti.
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La morte della giovane provoca un dolore sommesso in tutta la comunità ma soprattutto nella sua famiglia. Cinque anni fa, tra l’altro, sua madre, anch’essa attivista per i diritti delle donne, era stata uccisa da ignoti nello stesso modo. «Con l’uccisione di Malalai, il terreno professionale delle giornaliste si sta restringendo e le giornaliste potrebbero non osare continuare quello che facevano prima», ha detto Nai, un’organizzazione che sostiene i media in Afghanistan.
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La situazione potrebbe destabilizzare ulteriormente la posizione delle donne nel Paese. I talebano chiedono la sottomissione, le donne la libertà di vivere e di lavorare e di farlo nel loro Paese.