A Roma cremazioni in tilt, lunga fila di bare nel deposito a Prima Porta: “Ormai sono 1.100”

In difficoltà i cimiteri della Capitale: a Prima Porta le cremazioni sono andate in tilt, con un incremento di lavoro quasi pari al doppio rispetto a quello del 2019. Nel frattempo, aumentano le bare in fila nel deposito: “Sono 1.100”.

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Roma, cremazioni in tilt a Prima Porta – foto via Il Messaggero

Di nuovo troppi i morti e le vittime provocate da questa gravosa emergenza sanitaria. Se già qualche giorno fa avevamo raccontato di come a Roma i cimiteri stessero andando in tilt a causa delle camere mortuarie piene, e di come nel cimitero di Prima Porta fosse stato addirittura disposto un temporaneo stop alle cremazioni, oggi è un colpo al cuore sapere di quella lunga fila di bare che ancora attendono di trovare pace.

Prima Porta, troppe cremazioni: 1100 i morti ancora in attesa

Sulla collina del cimitero si osservano i carri funebri incolonnati, intenti a raggiungere l’ingresso del forno crematorio. Fanno scendere il carico che trasportano, lo affidano assieme ai documenti agli addetti ai servizi, e si rimettono in marcia. Ma le bare che hanno fatto scendere a terra dovranno aspettare ancora molto prima di poter essere cremate.

Sono uberati di lavoro i sei forni del cimitero Flaminio, e per questo il destino le vedrà temporaneamente – pare non meno di 15 giorni – stipate nell’enorme e ricolmo deposito dell’edificio, se non addirittura nel piazzale interno del retro (e quindi all’aperto). Come riportato da Il Messaggero, sono infatti 1100 i morti della capitale che stanno aspettando il loro eterno riposo. Ma ad essere piena è anche la camera mortuaria principale di Prima Porta, tanto che Ama (azienda romana che si occupa del servizio) è stata costretta ad usare quanto rimasto libero della camera mortuaria del cimitero Verano.

Un incremento dei decessi del 65 per cento

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Roma, cremazioni in tilt a Prima Porta – foto via Il Messaggero

“In trent’anni di lavoro mai vista una situazione del genere. Sono qui in fila da almeno quaranta minuti. E ci stanno dicendo che ci vorrà anche un mese prima che i familiari vengano chiamati per la cremazione”, ha spiegato ai giornalisti un autista di un’agenzia funebre romana, mentre aspettava il suo turno per lo scarico della bara.


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Il motivo di tanta attesta è l’inaspettato incremento di decessi registrato negli ultimi periodi. Se già tra ottobre e novembre il report di Ama parlava di un aumento dei decessi di circa il 65% rispetto al 2019, per i forni crematori la richiesta è conseguentemente balzata da 70 salme (secondo la media nel 2019) a un picco attuale di 130: ovvero, quasi il doppio del normale. A fronte di una situazione del genere, Ama è perciò impegnata a predisporre un nuovo piano di gestione d’emergenza, che prevederà un incremento del numero delle celle frigorifere, così come anche l’attivazione di due nuove linee crematorie presso il cimitero Laurentino.

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