Dopo le pressioni provenienti da politici e parti sociali per consentire gli spostamenti tra comuni nei giorni di Natale e Capodanno, il governo sembra ora predisposto a un’apertura: spunta l’ipotesi di stabilire alcune deroghe. A confermarlo un post del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che su Twitter scrive: “A Natale e a Capodanno permettiamo ai cittadini di spostarsi tra i piccoli Comuni”.
Il governo sembra pronto a fare un passo indietro sullo spostamento tra comuni a Natale, Santo Stefano e Capodanno: spunta l’ipotesi di stabilire alcune deroghe alle strette imposte dal Dpcm. Il Dpcm, infatti, stabiliva il divieto di recarsi in un comune diverso da quello della propria residenza, domicilio o abitazione proprio nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, anche se in zona gialla. Le uniche deroghe concesse erano quelle legate a motivi di necessità, salute o lavoro. L’idea alla base del divieto era di evitare assembramenti e grandi ricongiungimenti nei giorni di punta delle festività. Diverse sono state, però, le pressioni da parte di presidenti di regione e parti sociali, che hanno fatto notare le contraddizioni della norma.
Le critiche
Secondo le critiche, la regola non terrebbe conto dei piccoli comuni italiani, spesso ravvicinati, in cui la clientela dei comuni limitrofi è fondamentale per risollevare le entrate; anche per quanto riguarda gli affetti famigliari, è una discriminazione consentire i ricongiungimenti solo nelle grandi città e negarli nelle piccole realtà, dove spesso le famiglie sono distribuite su più comuni, tutti ravvicinati; avrebbe poco senso introdurre un divieto per un giorno, proibendo qualcosa che viene consentito fino al giorno prima, e che riprenderà il giorno successivo. A riassumere le critiche sul divieto di spostamenti tra comuni, anche una nota congiunta dei capigruppo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia al Senato: “Ci si può muovere liberamente da un punto all’altro di una grande città come Roma o Milano percorrendo anche trenta chilometri di distanza, ma si impedisce a familiari di attraversare la strada il giorno di Natale perché residenti in Comuni limitrofi”. Secondo Coldiretti “la possibilità di consentire gli spostamenti tra i comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno è importante per salvare i 24mila agriturismi situati per lo più in piccoli centri rurali, con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi”.
La mozione
Intanto la presidente del Senato Elisabetta Casellati avrebbe convocato per lunedì prossimo la conferenza dei capigruppo, con l’intento di portare la discussione in aula il 16 dicembre. Durante la seduta si discuterà della mozione presentata dal centrodestra, che prevede l’abolizione della norma. A sostenere la deroga diversi sindaci e governatori, tra cui Attilio Fontana, Giovanni Toti e Alberto Cirio, che sono riusciti a creare una breccia nella linea dura del presidente del Consiglio Conte. Per questo si è deciso di presentare al Parlamento un provvedimento di modifica del decreto.
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L’apertura
Ora questo divieto alla mobilità potrebbe esser allentato: il premier Giuseppe Conte sembra già pronto a cedere a una deroga sugli spostamenti tra comuni, resta da convincere però il ministro della Salute Roberto Speranza, che chiede ancora la massima prudenza. Contrario anche il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Ma intanto da Palazzo Chigi si lavora già per individuare la strada più conveniente – a livello legislativo – per concedere la deroga. L’idea sarebbe di modificare il decreto in vigore dal 4 dicembre nella sua conversione in legge, oppure attraverso un aggiornamento delle Faq del governo, attraverso un’interpretazione estensiva della voce “situazioni di necessità”. Attualmente il premier si trova ancora a Bruxelles, impegnato nel Consiglio Ue. Al suo ritorno potrebbe convocare i capidelegazione per prendere una decisione a riguardo.
L’ipotesi
La richiesta del presidente dell’Unione delle province propone “almeno una deroga all’interno del territorio provinciale“. Insomma, la richiesta prevede di prendere in considerazione per quei giorni non il confine tra un comune e l’altro, ma quello tra una provincia e l’altra. Resta salvo, sicuramente, il divieto di spostarsi tra regioni, anche in fascia gialla. Sembra archiviata invece l’ipotesi di eliminare il divieto solo per i comuni con meno di 5.000 abitanti: la norma resterebbe troppo restrittiva e creerebbe non pochi problemi nell’effettuazione dei controlli.
Di Maio e Bellanova a favore della deroga
A dare un’anticipazione sulla possibile evoluzione della norma è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che su Twitter scrive: “A Natale e a Capodanno permettiamo ai cittadini di spostarsi tra i piccoli Comuni”. Ora, premesso che nessun rappresentante politico dovrebbe utilizzare espressioni come “permettiamo ai cittadini” (che non sono sudditi), il senso resta quello di un’apertura, addirittura data come certa. Su Facebook avrebbe poi ribadito: “Ritengo che sia assurdo non permettere ai familiari che abitano in piccoli Comuni limitrofi di trascorrere il Natale e il Capodanno insieme. Lo dico per una questione logica. Ci sono grandi città da milioni di persone con una densità molto vasta dove è possibile spostarsi liberamente, mentre tra piccoli comuni di poche migliaia di persone non è permesso. Questo è un problema che va risolto e mi auguro che tutte le forze di maggioranza siano d’accordo nel trovare una soluzione”.
A Natale e a Capodanno permettiamo ai cittadini di spostarsi tra i piccoli Comuni.
➡️ https://t.co/CgLoAI79Ha— Luigi Di Maio (@luigidimaio) December 10, 2020
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D’accordo con una deroga anche la ministra Teresa Bellanova, capodelegazione di Italia viva nel governo, che commenta: “Leggo con piacere che diversi esponenti politici, anche autorevoli colleghi di governo di partiti diversi dal mio, finalmente danno atto che il divieto di spostamento dal proprio comune a Natale e Capodanno è una misura eccessiva, incomprensibile e ingiusta, specie per chi abita nei Comuni più piccoli”. Sulla questione rivendica la sua contrarietà fin dall’inizio: quello è il provvedimento “contro cui, insieme alla collega Elena Bonetti, mi sono battuta in Consiglio dei ministri”.