Andrea Orlando: “Inutile negare che Giuseppe Conte ha fatto errori, ricucire è difficile”

Sì agli strappi, ma ricucire è difficile. A dirlo è Andrea Orlando che, in un’intervista a Repubblica, commenta la situazione Governo.

Andrea Orlando, Vicesegretario del Pd, in un’intervista a Repubblica, ha fatto il punto sull’attuale situazione a Palazzo Chigi, dove in queste ore si fanno sempre più insistenti le voci circa una possibile crisi di governo. “In una fase così delicata, in Cdm non possono arrivare norme su cui non è maturato il necessario consenso. Gli strappi bisogna prevenirli, ricucire è più difficile. Naturalmente il presupposto è anche che ci sia collaborazione da parte di tutti, il che non mi è apparso sempre vero”, ha detto il dem. “Dobbiamo stabilire un metodo quanto più possibile collegiale e inclusivo”, ha proseguito, asserendo poi senza dubbio che sono stati commessi degli errori da parte di Giuseppe Conte.

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Secondo Orlando, dunque, è necessario individuare intorno a Conte figure di più stretto raccordo con la maggioranza: non ministri, ma ruoli di staff che possano rispondere ad una situazione straordinaria come quella che si è determinata, a cui deve corrispondere un’organizzazione nuova: Altrimenti, dice, “la fragilità della macchina rischia di non reggere
all’ondata di piena”. Non si tratta di Commissariare il Premier, assicura Orlando. Anzi, il tema non è affatto un rimpasto, ma anzi una collaborazione tra le parti. “Ora c’è bisogno di costruire una prassi di consultazione con le forze politiche e i gruppi parlamentari, che Conte non deve vivere come un problema ma come una necessità e un’opportunità per rafforzarsi”, ha proseguito.

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Infine, qualche parola sul Recovery plan: Se è lunare decidere struttura e poteri della cabina di regia senza confrontarsi col governo, lo è altrettanto far finta di pensare che si possano gestire 209 miliardi con le strutture esistenti. In passato era stata proprio Italia Viva a chiedere di accelerare le opere pubbliche servendosi di figure commissariali”, osserva Orlando. Serve quindi una discussione pubblica su portata, finalità e confini della cabina di regia, ma, chiarisce, “non a colpi di ultimatum, che danno visibilità a chi li lancia ma screditano l’Italia agli occhi dell’Europa”. In caso di crisi, aggiunge, “non vedo nessun’altra formula diversa da quella attuale: l’unità nazionale non è politicamente praticabile. Si rotolerebbe al voto per forza di inerzia, a prescindere dalla volontà dei partiti”, ha concluso Orlando.

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