Addio a Roberta Longhin, candidata sindaco M5S stroncata da brutto male, che aveva sconfitto già una volta e poi tornato in modo fatale
Era riuscita a vincere il male già una volta Roberta Longhin, 58 anni, candidata sindaco a Mogliano (Treviso) per il Movimento 5 Stelle durante la scorsa tornata elettorale. Questa volta, purtroppo, quel male si è ripresentato e non le ha lasciato scampo. A dare il triste annuncio Cristina Mares, referente del Movimento del luogo:”Ci eravamo conosciute per motivi professionali anni fa e ci eravamo ritrovate all’interno del Movimento. Roberta, già candidata consigliera a Venezia quando 6 anni fa si era trasferita con le figlie a Mogliano si era messa a disposizione anche qui. Mi stringo alle ragazze, era una donna immensa e lascia un grandissimo vuoto. Ha lottato fino alla fine”.
Il sindaco Bortolato ha rivolto un pensiero a Longhin: “È con grande tristezza che apprendo della scomparsa di Roberta Longhin, una donna appassionata e pronta a spendersi per rappresentare i cittadini. In questo momento di dolore, porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Ciao Roberta“.
Roberta Longhin era originaria di Venezia, aveva studiato al Luzzatti di Mestre e frequentato per qualche anno la facoltà di architettura. Era dipendente dell’Autorità di Bacino delle Alpi orientali ed ex presidente dell’associazione Mariners Venezia American Football. Nel 2013 era entrata nel M5s e dal 2015 risiedeva a Mogliano Veneto. Nel 2019 si era candidata a sindaco e si era fatta conoscere dai moglianesi. Teneva particolarmente ai temi ambientali, alla tutela dei minori e alla salvaguardia di animali domestici.
“Siamo messi a dura prova dall’inquinamento“, diceva, “non bastano le piantumazioni. Bisogna partire con un’azione forte. Il traffico lungo il Terraglio nel tratto urbano va ridotto. Penso che per i bambini e gli animali domestici poco o nulla si sia fatto. A Mogliano vivono più di 4.000 cani e non esiste un’area di sgambatura. Noi ad esempio siamo costretti a portare i nostri a Casale sul Sile”. Cercava di intercettare le esigenze del popolo: “La gente non ne può più dei giochetti e dei continui sversamenti“, sosteneva. Alla fine non riuscì a entrare in consiglio comunale, ma proseguì nell’osservare le vicende relative all’amministrazione locale. Ancora oggi gli avversari le riconoscono di aver saputo mettersi in discussione con fervore per contribuire a migliorare la città.
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