Vaccino Covid, quando arriva nel nostro Paese e chi lo riceverà prima? Ecco tutte le risposte alle domande sul vaccino in Italia
Da quanto si è cominciato a parlare di vaccini Covid e della loro somministrazione e distribuzione in Italia, sono sorte diverse domande in merito, a cui è giusto fornire risposte. La prima è certamente quando scatterà la vaccinazione nel nostro Paese: ebbene, l’inizio della campagna è collegato a una serie di autorizzazioni che l’Ema (agenzia regolatoria europea medicinali) deve rilasciare alle imprese Pfizer e Moderna. Dopo la riunione straordinaria dell’ente atto a “perfezionare la valutazione” sui due vaccini rispettivamente il 29 dicembre e il 12 gennaio, partirà la distribuzione.
Per quanto concerne le tempistiche, una prima disponibilità pari a 28 milioni di dosi entro fine marzo garantirà la vaccinazione a quasi 6,5 milioni di italiani che appartengono alle categorie cosiddette, più urgenti, ossia operatori sanitari, personale e ospiti Rsa e anziani over 80.
Dosi successive serviranno a vaccinare tutte le altre fasce di popolazione. L’Italia ha comprato 202 milioni di dosi che basteranno per vaccinare 2 volte ogni cittadino e avere anche delle scorte. Sarà inoltre creata un’app per prenotarsi e monitorare eventuali effetti collaterali con un sistema di farmaco vigilanza. Il vaccino sarà facoltativo e non obbligatorio. Inoltre, la vaccinazione sarà gratuita per tutti, non vi saranno dosi in vendita.
Vaccino anti Covid, dove farlo?
Durante la prima fase il vaccino sarà portato dalle forze armate in 300 centri ospedalieri. Unità mobili porteranno poi il vaccino da questi 300 centri nelle Rsa.
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Nella seconda fase, il vaccino sarà presente in 1500 punti di somministrazione e le unità mobili lo porteranno anche a casa delle persone anziane o persone che comunque non hanno possibilità di spostarsi. Per quanto riguarda la vaccinazione nel Regno Unito come primo Paese, la questione è dovuta al fatto che con la Brexit, l’ente regolatorio britannico Mhra non è più soggetto alle riunioni tecniche dell’Ema, e quindi deve accettare l’approvazione dei farmaci Ue senza poter prendere parte alle scelte.
Avendo però fatto ricorso a clausole previste dalla legge 174 del 2012 che consentono a ogni singolo Stato di ricorrere ad approvazione d’emergenza, allora ha potuto partire prima. Anche gli altri Stati avrebbero potuto richiederlo ma hanno scelto di aspettare il parere dell’Ema.