Saranno vietati gli spostamenti tra Regioni, e in alcuni giorni anche quelli tra Comuni, ma qualcosa potrebbe cambiare nel Dpcm di Natale.
Il divieto degli spostamenti nei giorni di Natale potrebbe cambiare. Non quello valido dal 21 dicembre al 6 gennaio per muoversi tra Regioni, ma quello che limita le attività al proprio Comune di residenza nei giorni di 25 e 26 dicembre e 1 gennaio. La nuova norma anti Covid, infatti, potrebbe sfavorire chi vive nei piccoli centri. Quindi non è escluso che governatori e amministratori di territori che ospitano Comuni con poche migliaia di abitanti facciano pressione al Governo per allentare le restrizioni. Le richieste all’esecutivo hanno già iniziato a fioccare.
Il commento di Zaia sul divieto degli spostamenti
Il problema era già stato sollevato dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in una delle sue conferenze stampa quotidiane: “Per territori di periferia come i nostri, con comuni medi di 5 mila abitanti, c’è una sperequazione anche di livello costituzionale nei confronti di Comuni metropolitani più estesi. È più sicuro un Comune di 5 mila abitanti che una metropoli di 3 milioni di abitanti dove tutti possono andare in giro”.
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha scritto una lunga lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito. La richiesta principale è quella di permettere il ricongiungimento dei familiari. “Come sai, Presidente, il Piemonte è una regione in cui la presenza di comuni di piccole dimensioni demografiche rappresenta la stragrande maggioranza dei municipi, sono 1.046 infatti i Comuni nei quali la popolazione è al di sotto dei 5 mila abitanti. Comprenderai quindi quanto sia grande il sentimento di scoramento di moltissimi cittadini“, si legge nel messaggio. Un’argomentazione molto simile a quella del governatore del Veneto.
Zaia a parte, le Regioni hanno espresso all’unanimità tutta la loro perplessità. Hanno difeso i cittadini che abitano nei centri più piccoli e che si sentono penalizzati rispetto agli abitanti delle grandi città. Ma come potrebbe cambiare il divieto di spostamento tra Comuni?
L’idea – che potrebbe diventare proposta parlamentare – è quella di inserire il divieto di spostamento a livello provinciale e non più comunale. Questo amplierebbe notevolmente la fascia di spostamenti permessi il 25 e 26 dicembre, e primo gennaio.
Al momento ogni tipo di ricongiungimento familiare o di coppia sarà vietato. Non si potranno riunire – tra il 21 dicembre e il 6 gennaio – le coppie in cui uno dei due partner si trasferisce nella seconda casa, in un’altra Regione di fascia gialla, entro il 20 dicembre. Se la seconda casa si trova in un Comune differente, invece, i partner non si potranno ritrovare il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio. Nemmeno nel caso di coppie con figli. Chiunque venisse trovato a violare le norme anti Covid, senza autocertificazione o motivazione valida, verrà multato. L’ammenda potrà variare dai 400 fino ai 1.000 Euro.
Per quanto riguarda invece chi parte per l’estero prima del 20 dicembre, oppure torna dopo il 6 gennaio, al rientro dovrà fare la quarantena. La circolare del Viminale infatti ha specificato che “dovranno sottoporsi all’obbligo dell’isolamento anche coloro che siano usciti dal territorio nazionale prima del 21 dicembre 2020 o vi facciano rientro dopo il 6 gennaio”.
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La lista dei Paesi per cui è obbligatoria la quarantena comprende Belgio, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte) e Paesi Bassi (esclusi i territori situati al di fuori del continente europeo). E ancora Repubblica Ceca, Romania e Spagna (inclusi territori nel continente africano). La quarantena è prevista anche nel Regno Unito e in Irlanda del nord (inclusi isole del Canale, Gibilterra, isola di Man e basi britanniche nell’isola di Cipro ed esclusi i territori al di fuori del continente europeo).
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