È stato rinviato il Consiglio dei ministri sul nodo della task force per la gestione dei progetti del Piano di Ripresa e Resilienza italiano.
La crisi di Governo sembra essere sempre più vicina. Ad aggiungersi alla grana del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità che fa litigare Movimento 5 stelle e Partito democratico, ci pensa il nodo sul Recovery Fund e sulla gestione dei fondi che dovrebbero arrivare in Italia. Per controllare che i 209 miliardi destinati al nostro Paese vengano stanziati in progetti validi e concreti, il Governo ha proposto di creare una task force di sei manager. Un’idea che non va giù a una – piccola ma influente – parte della maggioranza: Italia viva. Il partito di Matteo Renzi si è subito schierato contro Conte sul tema della gestione dei progetti del Recovery Fund.
Il rinvio del Cdm
Proprio questo nodo, probabilmente, è stato la causa dello slittamento del Consiglio dei ministri (Cdm) che avrebbe dovuto tenersi nel pomeriggio di martedì 8 dicembre. In un momento in cui il Governo si trova in precario equilibrio, l’ultima cosa da fare è ignorare l’ultimatum lanciato da Renzi in mattinata: “Il problema – aveva annunciato l’ex premier – non è solo la governance del Recovery, è tutto il piano. Se pensano che io stia scherzando, mi conoscono poco. Se non cambia, io mi sgancio“.
Il rischio di una rottura
E il clima non è migliorato dopo la notizia del rinvio del Cdm. Anzi, il leader di Iv continua a ribadire il concetto. “La struttura di Conte pensa a moltiplicare le poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi a chi soffre. Se le cose rimangono come sono voteremo contro. Per noi un ideale vale più di una poltrona”, ha spiegato Renzi. Poi ha confermato che esiste la possibilità di una crisi di Governo: “Circa il rischio di una rottura, spero proprio di no, ma temo di sì”.
Il punto di Renzi
La proposta sulla gestione del Recovery Fund, quindi, deve cambiare. Altrimenti il Governo sarà sempre più instabile. Secondo Renzi, “insistere su una misura che sostituisce il governo con una task force, la seduta del Parlamento con una diretta su Facebook e che addirittura pretende di sostituire i servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier significa una follia. Noi abbiamo mandato via Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che li diamo a Conte”.
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Il nodo del Mes
Infine il leader di Iv ha teso una mano al Governo, ma sembrava più un ultimatum bis: “Molte cose non funzionano ma vogliamo dare una mano al governo, siamo pronti a fare la nostra parte, però non ci siederemo mai a un tavolo nel quale la torta da duecento miliardi è pensata per i consulenti romani e non per i cittadini italiani”.
E per girare il coltello nella piaga, Renzi ha ricordato che la maggioranza è spaccato anche un altro tema centrale in queste settimane: il Fondo Salva Stati. Il prestito europeo odiato dal Movimento 5 stelle, e agognato da Pd e Iv. “Io – ha concluso l’ex sindaco di Firenze – voglio che ci siano i soldi del Mes per la sanità, più soldi alla sanità sul Mes, meno soldi ai consulenti e agli amici degli amici”.