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Politica

Roberto Fico: “M5s e maggioranza devono sostenere Conte”

Il presidente della Camera Roberto Fico in un’intervista al Corriere dice la sua su Movimento 5 stelle, governo, Mes e molto altro. A proposito del voto di domani sul Mes: “Il Movimento e la maggioranza tutta hanno il dovere di sostenerlo: serve grande responsabilità in una fase delicatissima per l’Italia”.

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E’ altissima la tensione per il voto di domani sul Mes, così come è altissima la tensione per il Recovery Plan. Saranno 48 ore cruciali per un governo che inizia a dare segnali di cedimento e che, in base al risultato di queste 48 ore, potrebbe uscirne più stabile o disgregato. A proposito del Recovery Plan, le vere frizioni arriverebbero da Italia Viva, contraria al tipo di governance presentata dal premier Giuseppe Conte. E proprio riguardo a un rischio di rottura in virtù di queste criticità, fanno preoccupare le parole della capogruppo Italia Viva alla Camera Maria Elena Boschi: “Spero di no ma temo di sì. Non stiamo alzando i toni, noi: siamo in presenza di un fatto gravissimo. Non è possibile che il premier sostituisca il governo con una task force, i servizi segreti con una fondazione, le sedute parlamentari con le dirette Facebook. Sono mesi che chiediamo una discussione parlamentare e scopriamo oggi un piano di cento pagine che commissaria i ministri con un emendamento in legge di Bilancio? Se il premier vuole rompere ci dispiace, ma faccia pure. Il richiamo alla responsabilità non può essere a senso unico”.

Alta tensione anche sul Recovery Plan

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Per questo oggi si terrà un nuovo Consiglio dei ministri, nel quale sarà assolutamente necessario sciogliere gli ultimi nodi rimasti. A spiegare il perché delle contrarietà di Italia Viva, ancora Boschi, che afferma: “Noi abbiamo chiesto da mesi di discutere in Parlamento del Recovery Fund. E abbiamo promosso una discussione interna alla maggioranza. Italia viva chiede, pubblicamente, un dibattito alla luce del sole. Il premier ha fatto un’intervista sabato per dire che aveva già deciso tutto, che si sarebbe creata una governance con 300 consulenti, che i progetti erano già stati predisposti con commissari in grado di avere poteri sostitutivi rispetto ai ministeri. Noi non stiamo sfidando il premier, stiamo solo difendendo le istituzioni di questo Paese: non abbiamo voluto dare i pieni poteri a Salvini, non intendiamo darli a Conte”.

Su questo punto arriva l’appello all’unità di Roberto Fico, che sottolinea l’importanza della riforma e la necessità di una collaborazione totale, su tutti i piani (cosa che è già avvenuta – ricorda Fico – e che continuerà ad avvenire): “La gestione del Recovery deve essere una priorità assoluta per tutti gli attori istituzionali. Si sono svolti i primi passaggi alle Camere, c’è stato un lavoro al riguardo delle commissioni parlamentari, e altri step seguiranno, a partire dalla prossima legge di Bilancio. È un percorso complesso che va affrontato con il contributo di tutti e con la consapevolezza che occorre lavorare per non sprecare un’occasione decisiva per il futuro. Parliamo di oltre 200 miliardi che devono servire per investimenti in infrastrutture, ambiente e innovazione”. Sul rischio di rottura Fico commenta tranchant: “Serve la volontà comune di sciogliere alcuni nodi, e per farlo è necessario un clima genuinamente costruttivo. Senza egocentrismi“.


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Il Mes che fa vacillare il governo

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Sale la tensione anche sul voto che si terrà alle Camere mercoledì 9 dicembre sulla riforma del Mes: secondo molti osservatori potrebbe rischiare di mettere seriamente in pericolo la maggioranza. Ma su cosa si vota il 9 dicembre? Entrambe le Camere voteranno sulle comunicazioni del premier in vista della prossima riunione del Consiglio Europeo, prevista il 10 dicembre, e del Vertice euro, previsto per l’11 dicembre. La votazione riguarda semplicemente una presa d’atto e un’approvazione di quanto riferito da Conte alle Camere sulla riforma del Mes. Servirà fornire al premier il lasciapassare dal Parlamento. Proprio l’11 dicembre Conte dovrà riportare il sì dell’Italia in vista dell’approvazione della riforma del Mes.

Da un lato pesa, su questo punto, la mancata firma di Italia Viva: nel pomeriggio di lunedì 7 dicembre sarebbe stato depositato a Palazzo Madama il documento sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, firmato dai capigruppo del Partito democratico, M5s e Liberi e uguali. All’interno del documento c’è il testo che sarà messo ai voti mercoledì 9 dicembre in Aula. Manca la firma del capogruppo di Iv, Davide Faraone. Dall’altro lato su questo pesano anche le tensioni interne del M5s, che hanno portato anche a una scissione del gruppo al Parlamento Europeo. Il timore più grande è che l’ala contraria del M5s possa avere i numeri in Senato per respingere il Mes. In Senato, per far aprire questo scenario, basterebbe sottrarre una dozzina di voti. Cercano di rassicurare i membri dell’ala moderata M5s, che hanno assicurato che – anche in presenza di voti contrari da parte del M5s – questi voti non saranno decisivi per l’approvazione della mozione.


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L’appello di Fico: “Fase delicatissima per l’Italia, serve responsabilità”

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Su questo punto Fico commenta: “Il voto di domani riguarda il mandato da dare al presidente Conte per il Consiglio europeo dove dovrà tutelare le posizioni e gli interessi del nostro Paese. Il Movimento e la maggioranza tutta hanno il dovere di sostenerlo: serve grande responsabilità in una fase delicatissima per l’Italia. Occorre lavorare per il bene dei cittadini, per uscire dalla crisi il prima possibile. Per raggiungere questi risultati servono sintesi, coesione, capacità di mediazione”. Una questione importante sia per la politica interna che estera: “Non possiamo rimanere isolati in Europa“. Oltretutto, ribadisce Fico, “una cosa è la riforma, un’altra è accedere al Mes, cosa di cui non si parlerà domani e su cui comunque non sono d’accordo”. E proprio a proposito della riforma: “Presenta dei punti migliorativi, ma altri nodi non sono sciolti. Lo dico chiaramente: non è la miglior riforma possibile. Si tratta di un percorso avviato da più di un anno, che va letto nell’ottica della posizione italiana in Europa”. Insomma, dei dubbi restano ma approvare la riforma non vuol dire accedere al Mes. Di fronte a questo quadro, di fronte a una pandemia, alla crisi politica ed economica che travolge l’Europa tutta, “alle incertezze di questo periodo dobbiamo rispondere con serietà e impegno, mettendo al primo posto l’interesse collettivo. Il confronto, anche vivace, è necessario, ma basta battibecchi che non portano da nessuna parte”.


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Poi Fico assicura l’appoggio del M5s al premier: “Il presidente del Consiglio ha il pieno sostegno del Movimento 5 Stelle, questo non lo ha messo in discussione nessuno al nostro interno”. Infine, sul clima politico venutosi a creare in Italia anche all’interno della maggioranza, sugli inviti di Di Maio a fermare le provocazioni in maggioranza: “Questa maggioranza è nata poco più di un anno fa, e si è trovata dopo poco ad affrontare una pandemia e la fase più difficile dal Dopoguerra ad oggi. L’impatto dell’emergenza e altre questioni fondamentali per il Paese vanno affrontati con senso di responsabilità e facendo fronte comune, con dialogo e rispetto reciproco. È quello che si aspettano i cittadini: non sfide muscolari, ma serietà e autorevolezza, nei contenuti e nei modi”.

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