Covid a Napoli, il vaccino cinese arriva per posta: ma c’è chi torna in Cina per la vaccinazione

Alcuni membri della comunità cinese di Napoli si sarebbero già sottoposti al vaccino anti Covid-19. Le dosi arriverebbero per posta, ma c’è chi decide di tornare in Cina per la vaccinazione.

napoli vaccino cinese tra i membri della comunità - meteoweek
a Napoli il vaccino cinese gira tra i membri della comunità – foto di repertorio, via Al Jazeera 

Come riportato dal Messaggero, il vaccino anti Covid-19 potrebbe essere già sbarcato tra le comunità cinesi in Campania. Secondo quanto si apprende dal quotidiano, infatti, sarebbe stata organizzata una rete “sotterranea” di vaccinazione riservata “a pochissimi eletti”: servono infatti ingenti risorse economiche e chiaramente i giusti “agganci” per poter accedere alle dosi, spedite direttamente della Cina.

“Siamo a conoscenza che, nell’ambito delle comunità cinesi campane, c’è stato qualche episodio riguardo l’arrivo del vaccino direttamente dalla Cina ma prendiamo le distanze da quanto accaduto in maniera clandestina e illegale”, racconta per il quotidiano Wu Zhiqiang, portavoce della comunità cinese a Napoli. Tanto che “nelle ultime settimane c’è stato un passaparola nelle chat che vengono condivise tra le comunità cinesi” proprio riguardo “la possibilità di far arrivare il vaccino”. Anche se, sottolinea Wu, “sembra che siano veramente pochi ad averlo provato realmente”: “dalle informazioni che abbiamo, il vaccino arriverebbe per posta privata ed è di semplice somministrazione, come una qualsiasi siringa, ma si tratta di un’operazione complessa”.

C’è chi torna in Cina per farsi vaccinare

Esiste tuttavia un’alternativa più economica e soprattutto legale per ottenere l’immunità al coronavirus: viaggiare e sottoporsi alla vaccinazione in Cina. “Alcuni membri delle nostre comunità in Campania, hanno avuto l’opportunità di vaccinarsi, tornando nei paesi di origine”, racconta infatti Wu al Messaggero. “Il fenomeno della rincorsa al vaccino cinese si sta verificando recentemente perché solo il farmaco attuale ha una reale efficacia, stimata intorno al 92%. I vaccini cinesi precedenti non si sono rivelati adatti e hanno avuto un uso sperimentale, senza arrivare alla vera commercializzazione e distribuzione da parte degli enti sanitari”, sottolinea il portavoce della comunità. Tuttavia, viene evidenziato come nemmeno questo ultimo vaccino, in realtà, sia stato ancora commercializzato e approvato per un uso di massa.

a napoli vaccino cinese - meteoweek
foto di repertorio – via BBC

Eppure, tra chi si sottopone alla vaccinazione tramite farmaco cinese (e chi si affida a prodotti omeopatici spediti dall’Oriente), il Messaggero rileva che sono veramente pochi i cinesi sul territorio italiano ad essersi ammalati di Covid-19. In tal senso, parlano chiaro soprattutto i dati dell’Asl di Napoli: da ottobre sono stati registrati solo 5 contagiati di nazionalità cinese, per un totale dei 5200 censiti. I pazienti sarebbero poi di età compresa tra i 36 e i 58 anni (con un caso di un bimbo di 7 mesi), per lo più asintomatici o con lieve sintomatologia. Nessuno di loro, inoltre, avrebbe avuto necessità di rivolgersi alle cure ospedaliere.

La corsa al vaccino cinese

Pare quindi evidente come la vaccinazione – clandestina o in patria che sia – possa aver contribuito ai numeri che la Asl di Napoli ha registrato finora in merito alla comunità cinese. E a confermare questo atteggiamento rivolto alla frenetica corsa alle dosi anti Covid-19, entra in gioco anche la testimonianza di Gioia Wuang, una commerciante a Roma di nazionalità cinese.


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Come ha infatti spiegato alle penne dell’Adnkronos, la donna a novembre si è “vaccinata contro il Covid-19 in un ospedale in Cina” e ora è diventata “immune” alla malattia. “Sto bene, non ho avuto né febbre né dolori. Non è obbligatorio, chi vuole può farlo. Da ottobre la popolazione cinese ha iniziato a vaccinarsi contro il Coronavirus e nello Zhejiang, la mia regione, non c’è più nessun contagiato“, ha raccontato Gioia ai giornalisti che l’hanno intervistata. Ed è anche per questo che consiglierebbe a tutti di farlo: “Così nessuno si ammalerebbe più”.

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