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Politica

Renzi, continua il tira e molla con il governo: “No a task force, basta con questi metodi”

Nuovo attacco di Matteo Renzi al governo: Italia Viva dice di no alla “task force” per gestire il Recovery Fund. E chiede “meno populismo”.

Governo si, governo no. Conte si, Conte no. Matteo Renzi – e dunque Italia Viva, movimento politico appiattito sulle posizioni del suo leader – prosegue nel suo tira e molla con l’esecutivo: nonostante i numeri esigui (in parlamento e nel paese, sondaggi alla mano) il mini-partito dell’ex presidente del Consiglio è in grado di determinare i destini dell’attuale maggioranza. Con Italia Viva si governa, senza si andrebbe sotto con i numeri. Storia già nota, in Italia: piccoli partiti che tengono più o meno in scacco interi esecutivi. Ovviamente il rapporto malsano è reciproco: perchè se cadesse e si tornasse al voto, al momento Italia Viva forse non avrebbe i numeri nemmeno per superare gli sbarramenti elettorali. E quindi si va avanti così, uno schiaffo e poi una carezza: partendo dal presupposto che per Renzi stare al governo con i 5 Stelle non è facile. Nessuno scorda gli attacchi – alcuni legittimi, altri sguaiati e strampalati – che i grillini riservarono a lui ed al suo governo. L’ultimo capitolo di questa vicenda si consuma intorno al Mes ed alla sua gestione. In una intervista a Repubblica l’ex sindaco di Firenze ha espresso tutto il suo disappunto rispetto all’idea di gestione dei fondi europei: La task force? Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al reddito di cittadinanza. Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi”.

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Una presa di posizione netta, che potrebbe addirittura due ministre  – Bellanova e Bonetti – a votare contro alla proposta in Consiglio dei ministri.  “Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa” spiega Renzi, che comunque assicura che in ogni caso non si aprirà una crisi di governo: “Noi siamo impegnati fino alla Legge di Bilancio per assicurare all’Italia l’approvazione del decreto ristori e dei denari alle famiglie che non ce la fanno. Sul futuro – ci tiene a sottolineare l’ex premier – dipende da Conte: Zingaretti ha chiesto un rilancio dell’azione di governo, noi siamo d’accordo con il segretario del Pd. C’è da guidare il G20, ci sono da gestire i 200 miliardi del Next Generation, c’è da affrontare la distribuzione dei vaccini. Iniziamo finalmente a fare sul serio?”.

Il primo momento decisivo è il passaggio parlamentare sul Mes di mercoledì: “Non succederà niente. I grillini hanno troppa paura di andare a votare per far cadere Conte sul Mes. Dunque fortunatamente i voti ci saranno, sia alla Camera che al Senato. Quella di queste ore è solo melina scenografica” afferma Renzi, smentendo almeno a parole il dubbio che Italia Viva abbia pronta una trappola parlamentare: “Il problema di queste ore riguarda il M5s, non noi” aggiunge, a conferma della tesi. Sul Mes “non abbiamo preparato alcun emendamento ancora, ma può dire no al Mes sanitario solo chi non ha visto mai un ospedale. Sono 300 milioni di euro di risparmi all’anno”.

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Parlando del premier Conte, Renzi è altrettanto netto: “Non divido i politici tra accentratori o decentratori, ma tra capaci e incapaci. Un premier che accentra ma raggiunge il traguardo va bene. Oggi i populisti guardano i sondaggi e gli indici di simpatia, i politici guardano il Pil e gli indici di disoccupazione. Spero che Conte voglia caratterizzarsi come politico e non come populista” attacca.  E poi rilancia: “Sostenere che questo governo ha i ministri migliori al mondo è una barzelletta che non fa ridere. Se Conte ha davvero i ministri migliori del mondo, però, ci risparmi le task force dei tecnici a gestire i soldi europei. Se quelli sono i migliori del mondo, faccia spendere a loro i soldi” aggiunge. In chiusura, c’è spazio anche all’ipotesi del rimpasto di governo: che – pare – non è più una ipotesi. “Per me non esiste più. Partita chiusa” afferma deciso. Sarà vero?”.

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